Trump sulla guerra in Ucraina: "Troppi morti. Parlerò con Putin e Zelensky"
Manca poco più di un mese all'insediamento di Donald Trump e il neoeletto presidente degli Stati Uniti inizia a donare pillole di politica estera alla stampa. "Parleremo con Putin e parleremo con Zelensky" è stata la risposta lapidaria alle domande dei giornalisti sulla guerra in Ucraina in quel di Mar-a-Lago. "Il numero di soldati uccisi da entrambe le parti è astronomico. Non c'è nessuna protezione su un campo di battaglia che è pianeggiante, l'unica cosa che ferma i proiettili è un corpo. (il Giornale)
Ne parlano anche altri giornali
C’è un sottile filo rosso che unisce Kiev a Qamishli: la pressante preoccupazione di venire abbandonati da Trump. Così, due partner molto diversi tra loro dell’alleanza occidentale paventano di essere traditi dall’isolazionismo del prossimo presidente repubblicano. (Corriere della Sera)
Dopo la sospensione da parte della Francia del processo di approvazione del Trattato sulla Comunità europea della difesa (CED) il 30 agosto del 1954, il compito di garantire la sicurezza del nostro continente venne sub-appaltato agli Stati Uniti attraverso la loro leadership (militare e tecnologica) della NATO. (Il Sole 24 ORE)
Non c'è nessuna protezione su un campo di battaglia che è pianeggiante, l'unica cosa che ferma i proiettili è un corpo. Il neo presidente degli Stati Uniti, che si insedierà tra poco più di un mese, nella campagna elettorale ha detto e ripetuto che avrebbe favorito un'intesa tra Mosca e Kiev. (Adnkronos)
"La carneficina in Ucraina deve finire. Lo ha detto Donald Trump. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Magari andrà proprio così, è ancora presto per dirlo. Un po’ per pigrizia e un po’ fidandoci dei suoi comizi, in molti abbiamo creduto che Donald Trump non avrebbe perso un attimo a scaricare l’Ucraina, regalando ai russi l’intera Europa smidollata e corrotta, perché lui ci detesta e noi lo sappiamo. (L'HuffPost)
La diplomazia è un esercizio complesso. Nel giugno 2014, poco dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina e annesso la Crimea, fu un’astuzia di Angela Merkel a rendere possibile i colloqui tra Mosca e Kiev. (Il Fatto Quotidiano)