Sarà possibile predire la malattia di Parkinson: lo svela una nuova ricerca

Sarà possibile predire la malattia di Parkinson: lo svela una nuova ricerca
MeteoWeb SALUTE

MeteoWeb Un recente studio pubblicato su Nature Communications ha portato alla luce una scoperta rivoluzionaria nel campo della neurologia, dimostrando che le proteine presenti nel sangue possono giocare un ruolo cruciale nel predire la malattia di Parkinson fino a sette anni prima dell’insorgenza dei sintomi motori. Questo studio non solo fornisce una nuova prospettiva sulla diagnosi precoce di una delle malattie neurodegenerative più debilitanti, ma potrebbe anche aprire la strada a nuovi trattamenti preventivi che potrebbero cambiare radicalmente il corso di questa patologia devastante. (MeteoWeb)

La notizia riportata su altri giornali

Un semplice test del sangue potrebbe, in futuro, essere sufficiente per diagnosticare malattie come quella di Parkinson e la Sclerosi laterale amiotrofica, accanto alle forme più comuni di demenza: vanno proprio in questa direzione due studi che hanno individuato nel sangue le spie di queste malattie, che nel caso del Parkinson si manifestano già anni prima della comparsa dei sintomi. (LaC news24)

Un nuovo test del sangue riuscirebbe a scoprire i segnali che predispongono alla comparsa del morbo di Parkinson anche con molti anni di anticipo: come funziona e le future implicazioni di questa scoperta (il Giornale)

“Al momento stiamo chiudendo la stalla dopo che i buoi sono scappati”. L’immagine fotografa in maniera perfetta come oggi affrontiamo il morbo di Parkinson. (Ohga!)

Parkinson, una sola goccia di sangue prevede la malattia sette anni prima

Possibile individuare la malattia 7 anni prima Un test per scoprire in anticipo il Parkinson (italiasalute)

Il test rivoluzionario è stato sviluppato da un team di ricercatori dell'University College London e dell'University Medical Center Goettingen: utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare 8 biomarcatori e fino a questo momento si è rivelato accurato al 100%. (Today.it)

E’ la nuova frontiera aperta da uno studio guidato da University College London e Centro Medico Universitario di Goettingen (Germania), al quale ha contribuito anche l’Università di Bologna e l’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. (Sanità Informazione)