Nuove incriminazioni per Weinstein, l’avvocato: “Assurdo, è quasi morto”
WASHINGTON. Domenica sera, Harvey Weinstein è stato trasportato dalla prigione newyorchese di Rikers Island all’ospedale Bellevue per un’operazione d’emergenza al cuore. Ieri sulla testa dell’ormai ex potentissimo produttore cinematografico di Hollywood, fra i fondatori della Miramax, sono arrivate altre incriminazioni per ulteriori denunce di violenza sessuale. Durante un’audizione davanti al giudice della Corte statale di New York, Curtis Farber, la procuratrice Nicole Blumberg ha detto che un «gran jury» ha incriminato nuovamente Weinstein senza tuttavia specificare i crimini per cui... (Necrologie)
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Da qualche giorno è ricoverato in ospedale a Manhattan dove domenica è stato sottoposto a un intervento al cuore. «È quasi morto», ha detto il suo avvocato Arthur Aidala e una fonte del sito Deadline ha appreso che anche dopo l'intervento le condizioni dell'ex produttore «non sono buone». (Corriere del Ticino)
Stando a quanto riportano i media americani, Harvey Weinstein è stato incriminato dalla giuria popolare di New York per via di presunte aggressioni sessuali che risalirebbero alla metà degli Anni Duemila. (Fanpage.it)
L'ex produttore cinematografico si trova ora in carcere a Rikers Island, New York, accusato di violenza sessuale. Harvey Weinstein è stato operato d'urgenza al cuore dopo aver avvertito un forte dolore al petto. (Fanpage.it)
Harvey Weinstein dovrà affrontare ulteriori accuse in tribunale e la notizia è stata annunciata in aula oggi, a pochi giorni dai problemi medici che lo hanno costretto a sottoporsi a un'operazione al cuore. (Movieplayer)
Harvey Weinstein, l’ex potente produttore di Hollywood caduto in disgrazia con l’esplosione del caso #MeToo, è ricoverato in terapia intensiva a New York dopo essere stato portato d’urgenza in ospedale ed essere stato operato al cuore. (Open)
L’ex boss del cinema è stato sottoposto a un intervento, dopo essersi lamentato di un malore in carcere. Ricovero d’urgenza in ospedale a New York per Harvey Weinstein. (Il Fatto Quotidiano)