Nel presepe al vaticano il bambino avvolto nella kefiah. Il ministro israeliano della diaspora scrive al papa: “Gesù era ebreo”
Di Ludovica Iacovacci Il 7 dicembre, un presepe realizzato dai palestinesi e raffigurante Gesù bambino avvolto in una kefiah, è stato esposto in piazza San Pietro a Roma nell’ambito della mostra di Natale del Vaticano. Il ministro israeliano degli Affari della diaspora e della lotta contro l’antisemitismo, Amichai Chikli, ha accusato papa Francesco di perpetuare una “tradizione pericolosa” contro Israele e di distorcere la storia, in una lettera molto ferma inviata giovedì 19 dicembre al capo della chiesa cattolica. (Mosaico-cem.it)
La notizia riportata su altri media
La visita del Patriarca all'enclave in cui, prima della guerra, risiedevano mille cristiani, è una tradizione, interrotta l'anno scorso per la crisi. Alla fine ce l'ha fatta. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa è potuto entrare a Gaza City questa domenica mattina e recarsi nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia - l'unica della Striscia - dove ha presieduto la Messa nell'ultima domenica di Avvento prima di Natale (Avvenire)
Ieri Papa Francesco aveva accusato: "Non hanno lasciato entrare il patriarca a Gaza come avevano promesso; e ieri sono stati bombardati dei bambini. Questa è crudeltà, non è guerra". Accuse che erano però state respinte da Israele (Sky Tg24 )
Sottotitolo: Il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha presieduto la funzione presso la chiesa della Sacra Famiglia Categoria: Milano, 22 dic. - Il Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, è entrato a Gaza e ha presieduto la messa presso la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, nell'ambito della sua visita di solidarietà in vista delle celebrazioni natalizie. (Il Sole 24 ORE)
“Contrariamente alle false accuse pubblicate oggi sui media, la richiesta di entrare a Gaza del Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, è stata accolta, come già avvenuto in passato e secondo le sue preferenze”. (Shalom.it)
Se finora l'ottimismo tra le parti faceva sperare in una tregua di Natale con il ritorno degli ostaggi, ora l'atmosfera è sospesa. La posizione del premier in realtà non è una novità e infatti le delegazioni di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, incontratesi ieri al Cairo, hanno mostrato ottimismo: un accordo «è più vicino che mai se il nemico smette di porre nuove condizioni». (La Stampa)