Benko, il magnate arrestato nel maxi-blitz di Trento: la moglie modella e l'impero creato trasformando soffitte in attici di lusso
Le Fiamme Gialle e i carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento, hanno condotto un centinaio di perquisizioni in diverse province italiane, tra cui Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona. L’indagine riguarda presunti reati legati alla pubblica amministrazione e alla speculazione edilizia, con 9 persone arrestate e altre 68 indagate tra imprenditori, politici, amministratori e funzionari pubblici, accusati - a vario titolo - di far parte di un gruppo che avrebbe influenzato la pubblica amministrazione per favorire progetti immobiliari in cambio di finanziamenti elettorali e agevolazioni burocratiche. (Corriere del Trentino)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Le ristrutturazioni o le edificazioni - secondo gli inquirenti - sarebbero state programmate «in aperto spregio della disciplina». Ogni volta che un sopralluogo sul cantiere era «compiuto da funzionari onesti ed estranei ai disegni della compagine criminale, i soggetti apicali si adoperavano per rilasciare egualmente le richieste certificazioni, superando o ammonendo i funzionari». (Alto Adige)
Tra gli arrestati la sindaca di Riva del Garda, della Lega, Cristina Santi, l'ex sindaco di Dro e senatore Fravezzi gli imprenditori René Benko, Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti e anche un giornalista altoatesino. (il Dolomiti)
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L'idea era quella di puntare su due esponenti del Pd, Alessandro Betta come possibile candidato alla presidenza della Provincia autonoma e l'allora consigliere provinciale Luca Zeni come futuro parlamentare. (Tiscali Notizie)
''Le cronache giudiziarie - scrive Degasperi - certificano quanto da noi sempre sostenuto, ovvero la presenza in Trentino di un monoblocco di gestione del potere centrodestra/centrosinistra che, mentre si scontra su questioni coreografiche, segue un identico modus operandi quando si tratta di affari. (il Dolomiti)
Le accuse sono gravi — andranno dimostrate, questo va sottolineato per ossequio nei confronti del principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva — e alcuni degli indagati, e tra questi la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi e l’ex senatore Vittorio Fravezzi, dovranno rispondere di reati gravi, come il 416 bis che si riferisce all’associazione a delinquere con l’aggravante dello stampo mafioso. (Il T Quotidiano)