Orfani e vedove del boia di Gaza pure in Italia. "La morte ti ha reso un cucciolo di leone"

Dalle «bimbe di Sinwar» a orfani e vedove di Sinwar. Non c'è bisogno di andare in Iran per trovare chi piange la morte del macellaio di Gaza, artefice degli attacchi del 7 ottobre e inventore della rete di tunnel e bunker architettati contro Israele. Anche in Italia, soprattutto a sinistra, in particolare quella estrema, mentre la sinistra «istituzionale» e gli anti-Israele più chic preferiscono per ora tacere, imbarazzati per quella che si profila come una vittoria militare di Bibi Netanyahu (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

Medio Oriente, si aprono nuovi scenari dopo l’uccisione di Sinwar Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

Il capo di Hamas, Sinwar, è stato ucciso dall’esercito israeliano. Era ricercato da oltre un anno ed era ritenuto uno degli ideatori degli attacchi del 7 ottobre. La comunità internazionale chiede ora il cessate il fuoco. (TV2000)

Un drone proveniente dal Libano ha colpito "una struttura" a Cesarea, città a sud di Tel Aviv, dove ha la residenza il premier israeliano Netanyahu, senza che le sirene si attivassero. L'ufficio del premier afferma che Netanyahu e sua moglie Sara non erano in casa al momento dell'attacco e che non ci sono stati feriti nell'incidente. (la Repubblica)

"Con Sinwar morto inizia una storia nuova. Beirut vuole la tregua, adesso tocca a Israele"

Con la morte di Yahya Sinwar, il leader politico di Hamas ucciso durante un bombardamento di Israele a Rafah nella Striscia di Gaza, molti analisti considerano la tregua più vicina. È una delle opzioni sul tavolo per il premier Benjamin Netanyahu che può affermare ora di aver eliminato la mente dietro agli attacchi del 7 ottobre 2023. (Open)

Ferito. Ed è anche l'esatto momento in cui il capo di Hamas capisce che per lui è davvero finita. (il Giornale)

«Se non temessi un conflitto regionale ancora più ampio non sarei in Libano», dichiara in esclusiva Giorgia Meloni concedendoci qualche minuto all'aeroporto di Beirut prima di ripartire per Roma. Il timore è l'annunciata rappresaglia israeliana sull'Iran, che rischia di fare esplodere la regione in un conflitto ancora più ampio. (il Giornale)