Il caso Sangiuliano, «Una commedia del grottesco in cui il potere ha tentato di proteggere sé stesso»

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Ponte sullo Stretto

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano, per tentare di salvarsi e di giustificare le proprie azioni, ha potuto utilizzare un mezzo potentissimo, il TG1 della RAI. E lo ha fatto, sostanzialmente, senza un reale contraddittorio, egli che è stato tra l’altro, fino a due anni fa, direttore di un telegiornale della Tv pubblica. L’opposizione lo ha accusato di populismo mediatico, di occupazione degli spazi televisivi. (Corriere del Ticino)

Se ne è parlato anche su altre testate

L’anno scorso, giurato al Premio Strega, ammise in tv, di fronte a Geppi Cucciari, di non aver letto i libri presenti in gara: “Ho ascoltato le storie espresse nei libri finalisti questa sera, sono storie che ti prendono, che ti fanno riflettere, proverò a leggerli”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il primo è stato scegliere un codice che non ha portato bene ad altri personaggi come Chiara Ferragni: quello della vittima. A livello comunicativo, non ci vuole un esperto per capire che i 17 minuti di Gennaro Sangiuliano al Tg1 siano stati una zappa sui piedi, e per diversi motivi. (Vanity Fair Italia)

Luci e ombre della parabola del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il «Papa straniero» che voleva scardinare il sistema progressista e ed è scivolato su una storia di registrazioni e accuse, strumentalizzazioni e rivalsa da parte dell'aspirante consigliera del dicastero del Collegio Romano, quella Maria Rosaria Boccia da Pompei, che è l'incarnazione e il demiurgo della caduta del giornalista diventato ministro. (il Giornale)

«Genny» Sangiuliano e l'opera (incompiuta) contro l'egemonia della sinistra: il pamphlet ormai inservibile e le gaffe

Dall'editoriale del direttore Mario Sechi sulla prima pagina di Libero, dedicato al caso Sangiuliano: «Ah, il melodramma. (Italia Oggi)

Giorgia Meloni è stata a lungo indecisa sulle dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Il ministro è un bravo professionista e una persona per bene, ma si è infilato in un pasticcio dal quale era impossibile uscire senza danni ulteriori. (ilgazzettino.it)

La sua vera incompiuta, sempre che non decida di continuare a metterci mano anche adesso che però è tardi, tremendamente troppo tardi, è l’opera in cui aveva deciso di raccogliere «tutte le gaffe dei politici di sinistra passate sotto silenzio negli ultimi anni» di cui aveva parlato agli amici più stretti, raccontando tra l’altro di avere già un’idea della casa editrice. (Corriere Roma)