Gli italo-americani scelgono Trump alle elezioni, possono decidere i risultati finali

Alcune recenti inchieste hanno dimostrato una forte propensione delle comunità italo-americane a schierarsi con il partito repubblicano alle elezioni negli Usa, in particolare con il candidato presidente Donald Trump. Storicamente conservatori, gli italo-americani hanno sostenuto Trump fin da 2016 e continueranno probabilmente a farlo anche nelle elezioni che si svolgeranno il 5 novembre. Una scelta, quella delle comunità italiane, che potrebbe essere però irrilevante nella maggioranza dei casi, a causa del funzionamento delle elezioni americane. (QuiFinanza)

Ne parlano anche altre testate

Che tipo di alleato sarà Giorgia Meloni per Donald Trump? "L'Italia con Meloni è da due anni che viene vista, dai repubblicani, la chiave di volta per l'Europa. Quel che è certo, è che lo status quo non esisterà più". (Civonline)

Lo afferma con chiarezza Tommaso Foti, capogruppo dei deputati di FdI. "La chiarezza del risultato non lascia margini di incertezza sul fatto che gli Stati Uniti vogliono cambiare pagina rispetto alla gestione Biden. (Secolo d'Italia)

Trump sarà un'opportunità o una 'gatta da pelare' per l'Europa? "Trump può essere un problema se la Ue vorrà mantenere il green deal, le macchine elettriche e tutte quelle cose lì. Questa elezione è l'ultima di un ciclo che marca la fine dell'epoca della globalizzazione. (Civonline)

Divergenze d'oltreoceano: voci italo-americane sulle elezioni USA tra speranze e timori"

Madre irlandese, Rosapepe è nato a Roma, nel 1951, prima che i genitori tornassero negli Stati Uniti quando aveva appena otto mesi. La sua è una storia che arriva da Contursi Terme e da Napoli, di dove erano originari suo nonno e suo padre. (Corriere della Sera)

A parlare con l'agenzia Dire è Jim Rosapepe, già ambasciatore e senatore statunitense. La sua è una storia che arriva anche dalla Campania, in particolare da Contursi Terme e da Napoli Gli italoamericani per Harris ci credono: “Non è affatto finita” (Dire)

Merani parla da una posizione privilegiata, nell’America profonda, quella lontana dai riflettori di New York e della California. Dalla sua prospettiva, l’America appare divisa in due: le grandi città, anche al di fuori delle coste liberal, mostrano una tendenza democratica, mentre il cuore rurale e operaio batte per Trump. (Torino Cronaca)