In Germania l’industria della difesa sta assumendo operai licenziati per la crisi dell’automotive

I dazi di Trump sono un’ulteriore tegola sull’industria dell’auto, è vero. Ma lo stesso Trump sta dando una scossa alla difesa europea, la quale potrebbe creare posti di lavoro ben retribuiti e rimpiazzare, almeno in parte, le perdite in altri settori. È ciò che sta accadendo in Germania, dove alcune aziende militari negoziano l’acquisizione di fabbriche in crisi e l’assunzione di lavoratori licenziati. (Forbes Italia)
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E anche, per quanto riguarda il gigantesco settore della componentistica, dalla produzione per l’auto a quella per i veicoli da combattimento. Ultimo in ordine di tempo a essere finito nel mirino dei piano di riarmo è l'ex stabilimento dell'Audi a Bruxelles, chiusa definitivamente il 28 febbraio scorso. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
È questo il piano con cui il governo di Giorgia Meloni intende intervenire in supporto delle fabbriche di auto e, in via derivativa, della propria potenza bellica. Un passaggio che è tipico di un’economia di guerra, con l’Italia che in realtà replica l’impostazione già scelta dal governo tedesco, anch’esso alle prese con aziende nazionali automobilistiche in profonda crisi. (QuiFinanza)
L’Europa si prepara a un’era di riarmo senza precedenti, spinta dall’ombra lunga della guerra in Ucraina e dall’incertezza sul futuro impegno degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. (Inside Over)

Il panorama industriale europeo sta vivendo un periodo particolarmente complesso. Questa situazione sta portando a un fenomeno di riconversione industriale che vede stabilimenti automobilistici trasformarsi in fabbriche di armi e munizioni. (Tom's Hardware Italia)
Roma, 15 mar. – “Userei una frase di Fantozzi: è una cagata pazzesca”. (Agenzia askanews)
Da un lato, il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha dichiarato in un'intervista a Repubblica che investire nella difesa non solo garantirebbe maggiore sicurezza, ma potrebbe anche generare posti di lavoro e stimolare innovazioni industriali. (Primonumero)