Addio Glauco Mauri, signore del palcoscenico: con Trieste legame antico
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Ne avrebbe compiuti 94 martedì. Ma un attimo prima, il destino ha fermato vita e carriera di Glauco Mauri, uno degli ultimi leoni bianchi del teatro italiano. Uno di quelli che ha fatto grande la scena della seconda metà del '900. E non solo. Con il Triveneto, con Trieste, col Rossetti e anche prima, Mauri ha avuto un intenso radicato rapporto. Lo spettacolo che aveva deciso la sua carriera, “Del… (Il Piccolo)
Ne parlano anche altre fonti
Addio a Glauco Mauri, l’attore nato nel 1930 e morto nella tarda serata di ieri alle soglie dei 94 anni che avrebbe compiuto l’1 ottobre. (L'Unione Sarda.it)
Di Giacomo Martini (Report Pistoia)
Al Ponchielli Mauri è stato Prospero nella Tempesta nel 1997, Enrico IV di Pirandello nel 1999, Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoevskij nel 2006, Faust di Goethe nel 2008: solo per citare alcuni degli spettacoli che hanno visto l’attore protagonista sulla scena cremonese, esempio di quel teatro di rappresentazione che sapeva ricondurre alla semantica della tradizione ogni allestimento con eleganza e raffinatezza. (La Provincia di Cremona e Crema)
D’estate tornava sempre a Pesaro, per trascorrere un periodo completamente dedicato alla madre che amava teneramente, e anche agli amici di infanzia. Andavano a giocare a tennis nelle ore più calde, le due, le tre, sui campi in terra rossa di viale Trieste, che da tanto tempo non esistono più, all’altezza dell’Hotel Brig, anch’esso scomparso. (articolo21)
Il maestro, il decano, forse l'ultimo grande del teatro italiano ha mancato per un soffio i 94 anni e si è spento a Roma nella notte di ieri, poco più di un anno esatto dopo il suo storico sodale di scena e di compagnia fondata insieme nel 1981, Roberto Sturno. (il Giornale)
Io ho avuto la fortuna di avere come amici Riccardo III, Zio Vanja, Edipo, la notte ho parlato con loro, tentando di comprenderli»; «il teatro serve alla vita perché pone domande, mette in moto corde personali che non avevano mai vibrato»; «gli spettacoli belli non sono sempre utili, quelli utili sono sempre belli; «una frase di Brecht mi ha colpito: “Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte, quella di vivere»: pensieri nobili di una creatura nobile e perbene, che ha posto la propria anima educata, profonda e gentile al servizio dell’arte prescelta in gioventù: è morto l’altra notte a Roma Glauco Mauri (ilmattino.it)