Open Arms, Salvini dopo l’assoluzione: 3 anni di sciocchezze dagli intellettualoni di sinistra
Roma, 21 dic. – “Essere assolti perché il fatto non sussiste vuol dire che intellettualoni di sinistra per tre anni hanno scritto sciocchezze o raccontato sciocchezze in televisione, secondo una sentenza di primo grado di un tribunale della Repubblica. Quindi è una bellissima giornata”. Lo ha detto il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, tornando a commentare con i giornalisti, da largo Argentina a Roma, la sua assoluzione nel processo Open Arms (Agenzia askanews)
Ne parlano anche altri media
Applaude l’Aula di Montecitorio. E giù una sequela di commenti compiaciuti per l’operato della magistratura. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L’applauso composto ma convinto con cui la pattuglia leghista che scortava il suo leader ha accolto la sentenza, sottolinea il successo di una difesa che è sempre stata politica e tecnica insieme. La formula scelta dal tribunale per assolvere l’imputato Matteo Salvini — «perché il fatto non sussiste» — consente di dire, in attesa delle motivazioni, che i giudici hanno sposato la tesi dell’avvocata-senatrice Giulia Bongiorno. (Corriere Roma)
“Se ho sentito Conte dopo l’assoluzione? Sinceramente a me di Conte lo smemorato interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale. Non auguro il male a nessuno. Non sono abituato a fuggire davanti alle mie responsabilità a differenza di altri. (Il Sole 24 ORE)
Lo dice Matteo Salvini sottolineando che il processo Open Arms "è costato milioni di euro. (Tiscali Notizie)
Un ministro dei Trasporti in grado di fare il proprio lavoro, considerato che con la sua non-gestione il settore è scoppiato. Oggi all’Italia più che un ministro in carcere, (non avendo i giudici ravvisato reati), servirebbe un ministro capace, competente. (LaC news24)
Intorno a lui, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, avevano appena domandato all’avvocata Giulia Bongiorno quale fosse il numero della felicità, e lei aveva risposto così: «Se il presidente della corte dice 530 è assoluzi… Seduto, in piedi. (La Stampa)