Biennale di Venezia, rinasce dopo 53 anni la rivista dedicata alle arti e alla moda. Buttafuoco: «Abbiamo scelto la carta per costruire qualcosa che resti»

Biennale di Venezia, rinasce dopo 53 anni la rivista dedicata alle arti e alla moda. Buttafuoco: «Abbiamo scelto la carta per costruire qualcosa che resti»
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«La carta è qualcosa che resta. E noi abbiamo scelto di costruire qualcosa che resti, che diventerà feticcio, che entrerà a far parte di una collezione». Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia presenta l’iniziativa editoriale di cui si è fatto promotore sin dall’inizio del suo mandato: la rinascita della storica rivista edita dalla Biennale di Arte, Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro e Moda, dopo 53 anni dalla sua ultima pubblicazione. (ilmessaggero.it)

Su altri media

Elisa Calessi 25 ottobre 2024 (Liberoquotidiano.it)

«Il corpo umano e tutto ciò che è creatività nasce nel liquido amniotico, si nutre di acqua ed è un contenitore di acqua che tende a disidratarsi», ha aggiunto. (Corriere TV)

Giuli, intrattenutosi brevemente con i giornalisti, ha detto di sentirsi «sostenuto dalla maggioranza. «Non c'è nessun caso Giuli, è ampiamente sopravvalutato il legittimo chiacchiericcio mediatico». (La Nuova Venezia)

La poetica dell'acqua di Giuli: "La creatività nasce nel liquido amniotico". E annusa la rivista.

Sono solo alcuni dei passaggi dell'intervento del ministro della Cultura Alessandro Giuli oggi alla presentazione della rivista della Biennale di Venezia, 'rinata' a 53 anni dalla sua ultima pubblicazione. (la Repubblica)

E chissà che non diventino anche materiale per i prossimi sketch di Maurizio Crozza. La creatività, il corpo umano, l’acqua e il liquido amniotico. (Il Fatto Quotidiano)

A Venezia, ha proseguito il ministro Giuli nel suo intervento, si trova "un grande esempio di cio' che si puo' compiere dopo il diluvio, che Luciano Violante cita nelle sue riflessioni cosi' dotte e mai retoriche all'interno della rivista, cioe' la necessita' di ricordarsi che noi siamo figli del terremoto, ma siamo anche figli dell'acqua, siamo aborigeni perche' siamo aberrigeni, cioe' siamo coloro che hanno errato in tutti gli spazi del Mediterraneo, tanto che ritroviamo le conchiglie sulle nostre montagne, e che l'acqua e' l'elemento che ci da' vita, che ci ha costretto a viaggiare, a pensare, a immaginare, a rappresentare noi stessi". (Il Mattino di Padova)