Guido Crosetto contro Starmer e Macron: "I militari degli altri non si inviano come fax"

In questa fase così delicata di negoziati per un'eventuale tregua tra Russia e Ucraina, ci sono due figure che tentano fughe in avanti senza alcuna autorizzazione da parte degli alleati europei: stiamo parlando del presidente francese, Emmanuel Macron e del primo ministro britannico Keir Starmer. Da giorni si danno un gran da fare per lanciare definitivamente il progetto di invio di truppe a Kiev in un contesto di missione di pace. (Liberoquotidiano.it)

La notizia riportata su altre testate

Nella riunione in video conferenza dei 27 leader dell'Unione europea, Giorgia Meloni ribadisce ancora una volta i dubbi di Palazzo Chigi e della diplomazia italiana sull'impiego di un contingente d'interposizione dell'Ue in un eventuale zona di cuscinetto tra Ucraina e Russa. (il Giornale)

Nemmeno nel caso di inviare sul campo devastato dal conflitto triennale con la Russia truppe internazionali di interposizione. Il problema resta sempre lo stesso: niente «ombrello» Nato e dell'Unione europea per la martoriata terra ucraina (il Giornale)

Caro Giorgio, avevo già condannato categoricamente la proposta, avanzata mesi addietro da Macron, di spedire soldati degli Stati membri dell'Unione Europea a combattere in Ucraina contro la Russia. (il Giornale)

Va diritta al punto: per evitare una pace "fragile e temporanea, bisogna fornire a Kiev garanzie di sicurezza nel contesto dell’Alleanza atlantica". Francia e Inghilterra insistono, l’Italia punta i piedi, e il clima si arroventa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il ruolo centrale che il presidente francese si è assegnato da solo la infastidisce, a maggior ragione perché Macron insiste su quell’invio di truppe europee che per l’Italia, almeno in questa forma, è fuori discussione. (il manifesto)

Con un ruolo di interposizione al confine tra Ucrai… È difficile da reggere, per il Capitano leghista, il “no” al coinvolgimento di soldati italiani in una forza multinazionale di pace, come quella che Meloni, che anche ieri ha messo le mani avanti («Non è all’ordine del giorno») alla fine accetterebbe per frenare la fretta di Macron e Starmer. (La Stampa)