«Il signore delle formiche» di Gianni Amelio, la recensione del film|Voto 6

La storia di Aldo Braibanti, intellettuale finito negli anni ’60 sotto processo per plagio, è una ferita aperta nella coscienza del Paese nella quale il regista Gianni Amelio mette le mani e la sua anima sofferente. Impossibile non vedere in Aldo un altro Pasolini, tra incontri occasionali con ragazzi di vita (sognati, avvenuti, subiti?), la figura stoica della mamma (Susanna quella di Aldo nel film, Susanna quella di Pasolini), la calata a Roma dalla provincia per assecondare ambizioni e il sogno di una vita più libera. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

– Al via domani, venerdì 9 settembre, la sesta edizione del Festival Internazionale della Civiltà nuragica di Orroli. ): la via del rame, la via dell’ambra, la via dello stagno (Sardegna Reporter)

La recensione di Il Signore delle Formiche, il nuovo film di Gianni Amelio presentato nel concorso del Festival di Venezia su il Caso Braibanti. (Lega Nerd)

Amelio prende spunto dalla storia vera di un processo che fece scalpore, alla fine degli anni Sessanta a Roma. (Il Friuli)

A quel punto Amelio è sbottato. Anche i registi litigano…con i giornalisti. (Il Fatto Quotidiano)

Una storia di cui, per la verità, si era già scritto parecchio e alla quale, nel 2020, era stato dedicato un documentario. (Wired Italia)

Tutto l'amore che poteva legare un giovane intellettuale a un ragazzo di buona famiglia in un film che spreme ogni possibile dolcezza (e durezza) dalle campagne emiliane, dai portici di Piacenza, dai lunghi dialoghi fra maestro e allievo, da quella lingua insieme tenera e contundente. (L'Espresso)