Lettera del preside alle famiglie: "Diciamo ai ragazzi di non parlare"

– Una lettera agli studenti, al personale della scuola e alle famiglie, inviata dal preside del Panzini, Alessandro Impoco, il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Leonardo Calcina, dai contenuti definiti "inaccettabili" dai familiari del 15enne che l’hanno ricevuta per puro caso. Già da martedí infatti le credenziali del padre di Leo, per accedere alla bacheca online della scuola, quella dove vengono date le comunicazioni ai genitori e ai ragazzi, non funzionavano più. (il Resto del Carlino)

Su altre fonti

Il suicidio dello studente 15enne vittima di bullismo ha scosso profondamente l’opinione pubblica, evidenziando un fallimento collettivo nel riconoscere e affrontare il dolore dei giovani. Legge sul bullismo, l’allarme di Telefono Azzurro: “Mancano i decreti attuativi, non è stato ancora convocato un tavolo tecnico” Di (Orizzonte Scuola)

È ciò che i genitori hanno riferito agli inquirenti per integrare la denuncia già presentata affinché si indaghi sulla morte del 15enne, uscito di casa nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 con la pistola di ordinanza del padre e rinvenuto cadavere a Montignano di Senigallia (Ancona). (Virgilio Notizie)

Questo però… Ha gli occhi lucidi ma decisi la nonna di Leonardo, Lina, è sconvolta dal dolore come il resto della sua famiglia, dopo quello che è successo. (La Repubblica)

L’ultimo sms di Leo, suicida per colpa dei bulli: “Non ce la faccio più, il prof non interviene”

«Ho chiesto aiuto al professore di sostegno ma lui non fa nulla. Ecco il tenore di uno dei sette whatsapp che Leonardo Calcina, ha inviato alla madre Viktorya dopo aver parlato, il 9 ottobre scorso, con un insegnante di sostegno dell’Istituto alberghiero Panzini. (La Stampa)

SENIGALLIA (ANCONA) — Ci aveva provato, Leonardo, a raccontare a un professore quello che stava vivendo. Si era confidato con il docente di sostegno della sua classe l’8 ottobre, sei giorni prima di togliersi la vita, sparandosi in bocca con la pistola del padre, che fa il vigile urbano. (La Repubblica)

«Abbiamo messo a disposizione degli inquirenti 7-8 messaggi che il ragazzo aveva inviato su WhatsApp alla madre per informarla di aver parlato del suo disagio con un insegnante - spiega l’avvocata Pia Perricci, legale della famiglia - ma la scuola non è mai intervenuta». (ilmessaggero.it)