Tumore al pancreas, diagnosi tardive e sfide della ricerca

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

Ogni anno in Italia, circa 15.000 persone ricevono la diagnosi di tumore al pancreas, una neoplasia che, per diversi motivi, risulta ancora estremamente difficile da curare. Innanzitutto, la diagnosi avviene spesso in stadio avanzato, quando il tumore ha già dato metastasi, rendendo le opzioni terapeutiche limitate e meno efficaci. Questo ritardo diagnostico è dovuto principalmente alla mancanza di sintomi chiari nelle fasi iniziali della malattia e all'assenza di esami di screening che possano essere applicati su larga scala alla popolazione sana.

In occasione della Giornata mondiale sul tumore al pancreas, che si celebra il 21 novembre, diverse iniziative di sensibilizzazione sono state organizzate in tutta Italia. A Lecce, il Sedile di Piazza Sant'Oronzo e il DEA dell'Ospedale "Vito Fazzi" saranno illuminati di viola, colore simbolo della lotta contro questa patologia. L'iniziativa, promossa dal dottor Marcello Spampinato e dalla Pancreas Unit dell'ospedale, mira a richiamare l'attenzione sull'importanza della ricerca e della diagnosi precoce.

Il tumore al pancreas rappresenta la terza causa di morte per cancro nel mondo, con una sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi inferiore al 10%. Nel 2023, in Italia, i nuovi casi sono stati 14.800, con un incremento del 2% rispetto all'anno precedente. Questi dati sottolineano l'urgenza di investire nella ricerca per sviluppare nuove terapie e migliorare le tecniche diagnostiche.

La serata informativa "Noi non aspettiamo!", organizzata a Casnigo presso il Teatro del Circolo Fratellanza, ha visto la partecipazione di esperti e associazioni locali, che hanno discusso delle sfide e delle prospettive future nella lotta contro il tumore al pancreas.