Ppe e destra uniti contro la legge sulla deforestazione
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Il Parlamento europeo, il 14 novembre, ha votato per il rinvio di un anno della legge sulla deforestazione, con 371 voti favorevoli, 240 contrari e 30 astensioni. Questa norma, che impone a commercianti e importatori di verificare che i beni immessi sul mercato non provengano da territori recentemente disboscati, ha diviso ancora una volta la maggioranza Ursula. Il Partito Popolare Europeo (Ppe) ha votato insieme ai partiti di destra, compreso il neonazista Afd, spaccando ulteriormente la coalizione.
La legge, molto contestata dalle aziende per i requisiti stringenti e il poco tempo per adempiere ai nuovi obblighi, è stata prorogata di 12 mesi. La nuova scadenza è fissata al 30 dicembre 2025, con un ulteriore posticipo al 30 giugno 2026 per le piccole e medie imprese. Oltre alla proroga, sono state approvate nuove disposizioni che modificano il sistema di valutazione del rischio dei paesi, aggiungendo una nuova categoria di paesi virtuosi (rischio zero), dove gli obblighi di due diligence sono ridotti al minimo.
La crisi politica all'interno della maggioranza Ursula, già evidente da tempo, è stata ulteriormente esacerbata da questo voto. I socialisti e i liberali si aspettano una mossa da parte dei popolari e di Ursula von der Leyen, che finora ha mantenuto un misterioso silenzio. La situazione rimane congelata fino alla prossima settimana, quando si spera che possano emergere nuove soluzioni per risolvere la crisi.
In questo contesto, il rinvio della legge sulla deforestazione rappresenta un compromesso temporaneo, ma non risolve le tensioni politiche sottostanti.