Gloria!, la recensione - Berlinale 2024 | Cinema

La recensione del film di Margherita Vicario Gloria!, presentato in concorso al festival di Berlino L’equivoco più nocivo per Gloria! è il fatto che sia stato preso in concorso a un grande festival europeo. La cosa farà bene al film ma può fuorviare gli spettatori, perché Gloria!, nonostante un tipo di messa in scena, di look e di tempi da cinema d’autore, in realtà è una storia molto pop dotata della giusta ingenuità per raccontare con estremismi e tinte forti di ragazze ribelli che inseguono passioni in un mondo che mira a reprimerle. (BadTaste.it Cinema)

Se ne è parlato anche su altri media

Prodotto dall’etichetta Campana della MR. FEW, l’album “Santacaterina” vuole essere un progetto all’interno del quale la chitarra battente viaggia tra la world music, il Barocco, la musica sperimentale elettroacustica e quella d’avanguardia. (Corriere di Lamezia)

Il suo brano più famoso è forse Mandela del 2019. Ti vedo contento, sorrido e riparto”. (cinematografo.it)

Un rumore. Stacco. (Sentieri Selvaggi)

Secondo e ultimo film di casa nostra in lizza per l’Orso d’oro, dopo “Another End” di Piero Messina, “Gloria!” è ambientato in un collegio femminile nella Venezia d’inizio diciannovesimo secolo. (Il Sole 24 ORE)

Gloria! è la storia di un doppio debutto: quello di Margherita Vicario, cantautrice e attrice romana, al suo esordio dietro la cinepresa con il suo primo film, presentato alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino (Gay.it)

«Gloria!» è ambientato nell’Ottocento, quando le donne potevano studiare musica ma non eseguirla in pubblico (Corriere della Sera)