Sei quesiti, dal Jobs act alla cittadinanza. In arrivo una primavera referendaria
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Se ci sarà il sì definitivo della Consulta, quella del 2025 sarà una primavera referendaria. Con tutti i “se” sulla possibilità di raggiungere il quorum del 50% di votanti, sempre più difficile vista la crescita esponenziale dell’astensionismo, saranno sei i quesiti su cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi: non solo il referendum sull’autonomia differenziata di Calderoli, quello che vede unito per il sì (all’abrogazione) un vastissimo fronte politico e sociale, da Rifondazione ai renziani, e che rappresenta il nodo più ostico per il governo Meloni. (il manifesto)
Ne parlano anche altre fonti
Quella frase, pronunciata a mezza bocca, deve essere suonata rivelatrice. Perché l’occasione, il brindisi natalizio coi dipendenti di Palazzo Chigi, si prestava a ben altro umore. (Il Fatto Quotidiano)
IL RAGIONAMENTO – Stefano Borghi si è così espresso a Sky Sport sull’ultimo step che l’Inter deve compiere per entrare nell’Olimpo dei top club a livello internazionale: «L’Inter è sicuramente una bottiglia di vino pregiato. (Inter-News)
Questo ora è scritto in una sentenza della Consulta e la Cassazione ha aperto le porte al definitivo smantellamento della normativa vigente. Non si tratta più solo di abrogare una brutta legge, ma di affermare in positivo un regionalismo che sia costituzionalmente orientato. (il manifesto)
In realtà "non è stata una doccia fredda". Il via libera della Cassazione al referendum abrogativo della riforma dell'Autonomia cara alla Lega "era atteso, ce l'aspettavamo". Però in maggioranza già si pensa a quel che sarà, ossia se la riforma targata Calderoli dovesse saltare sulla mina del voto popolare. (Adnkronos)
La Suprema corte ha deciso ieri mattina, bocciando solo i quesiti contro l’autonomia differenziata presentati dalle regioni e ammettendo tutti gli altri, compreso appunto quello che chied… ROMA. (La Stampa)
Premessa: c’è grande confusione nel centrodestra. Una legge sull’Autonomia sostenuta e spinta con furore identitario da un partito (la Lega), maldigerita dagli altri due partiti di governo (Fratelli d’Italia e Forza Italia) si trascinerà dietro per mesi l’incognita del referendum (La Stampa)