Gisèle Pelicot, il patto patriarcale e l’ossessione per l’inanimato

La violenza subita per oltre dieci anni da Gisèle Pelicot non è risarcibile né riparabile. Bisogna sgomberare il campo, che non è morale e neppure giudiziario, per evitare che si immagini una restituzione o, peggio, un apparato giustificatorio per chi l’ha stuprata, con la connivenza del marito che la drogava per offrirne il corpo privo di sensi a chiunque si prenotasse via internet. Una prassi talmente ben collaudata da ispirare uno dei 50 stupratori che ha pensato di drogare la propria di moglie offrendola pure a Dominique Pelicot. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri media

«Ma è anche il nome dei miei nipoti, e io voglio che siano orgogliosi del loro nome, voglio rendere giustizia a questo nome, non lasciarlo nel fango di quello che ha fatto Dominique Pelicot, voglio che siano fieri di essere Pélicot, come Gisèle Pélicot. (ilmessaggero.it)

Gisèle Pelicot, 72 anni, è stata vittima di violenze sessuali da parte del marito Dominique e di altri uomini da lui contattati online per circa 10 anni All’esito di un processo durato poco più di tre mesi, il 19 dicembre il signor Pelicot è stato condannato a 20 anni di prigione per aver drogato la moglie per abusarne insieme ad altri uomini senza che lei ne fosse consapevole Le ripetute violenze sessuali sono state minuziosamente documentate dal signor Pelicot in video conservati e catalogati anno per anno. (Corriere della Sera)

PARIGI — «È il processo al patriarcato, ma non è il processo a tutti gli uomini», avverte l’intellettuale Caroline Fourest, direttrice del settimanale Franc-Tireur, vedendo nella sentenza di Avignone un segnale che può «dare speranza a tutte le vittime di violenza sessuale». (la Repubblica)

Gisèle Pelicot, portavoce della lotta alla violenza: «Siano loro a vergognarsi»

Poi ci sono stati fischi e urla di protesta quando sono state rese note le pene, tra i 3 e i 15 anni, spesso al di sotto delle richieste della parte lesa, per gli altri 50 imputati. La condanna a 20 anni del marito di Gisèle è stata sottolineata con un applauso dalle donne e dagli uomini arrivati fin dal primo mattino davanti al tribunale. (rsi.ch)

PARIGI Dominique Pelicot, il principale imputato nel processo per gli stupri di Mazan, è stato riconosciuto colpevole dal tribunale di Avignone. La sentenza è stata pronunciata in sua presenza, e davanti alla moglie e ai loro tre figli. (Corriere della Sera)

Il paradosso di Gisèle Pelicot è di essere diventata, suo malgrado, una star mondiale, ammirata per le doti straordinarie di coraggio e dignità, imprevedibile donna copertina 72enne su decine di giornali di ogni Paese, dal Vogue tedesco al comunista L’Humanité, ma in virtù di un processo dove lei ha voluto sottolineare e denunciare «la banalità dello stupro» e della sua storia, l’ordinarietà delle violenze subite e anche di coloro che le hanno commesse: il marito coetaneo tecnico informatico poi pensionato, ma anche gli altri 50 uomini della porta accanto. (Corriere della Sera)