VIDEO Libano, Renzi sull'attacco a basi Unifil: "Tajani ci relazioni immediatamente"

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LAPRESSE ESTERI

Il leader di Italia Viva: "Doveroso che spieghi cosa sta accadendo" Matteo Renzi preoccupato dopo gli attacchi di Israele contro le basi Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) nel sud del Libano. “Chiediamo che il ministro Tajani ci relazioni immediatamente. Non abbiamo conferme ufficiali da parte del governo ma leggiamo sui giornali di questo doppio o addirittura triplo intervento contro le strutture Unifil”, ha detto il senatore e leader di Italia Viva fuori da Palazzo Madama (LAPRESSE)

Se ne è parlato anche su altre testate

A poche ore dall’attacco israeliano alle basi Unifil, il ministro della Difesa Guido Crosetto ribadisce il senso della presenza italiana. La mia idea, e quella del governo, è di cercare di far prevalere gli spazi di pace». (Corriere Roma)

Come soldati ben addestrati "al pericolo" le sinistre scatenato il puntuale processo preventivo al governo Meloni a poche ore dall'attacco israeliano al quartier generale dell'Unifil in Libano, dove è presente un notevole contingente italiano. (Secolo d'Italia)

Spari contro la missione Onu. «Restiamo, non ce ne andiamo, facciamo il nostro dovere, ma ora è dura». (ilmessaggero.it)

«Inaccettabile». Di più: l’attacco di Israele contro le basi Unifil in Libano si può considerare come «un possibile crimine di guerra». E non importa se alle truppe dell’Onu era stato chiesto di «ricollocarsi» abbandonando le basi per lasciare il passo ai soldati dell’Idf: «Le Nazioni unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele», quasi scandisce nel pomeriggio Guido Crosetto. (il manifesto)

Sicuramente "violazioni non giustificate", ha aggiunto Crosetto che ha anche comunicato di aver "espresso un fortissimo disappunto" al ministro della Difesa israeliano gallant e all'ambasciatore israeliano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unp 131 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario. (La Stampa)