Ultim'ora: i soldi europei non esistono. E quindi indovinate chi pagherà l'ultima proposta di Draghi

Ultim'ora: i soldi europei non esistono. E quindi indovinate chi pagherà l'ultima proposta di Draghi
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Il piano dell’onorevole professore Mario Draghi per la competitività europea girerà, in fondo, intorno a una sola domanda. Chi pagherà? La risposta, secondo Draghi, è piuttosto chiara. Dovrebbe pagare il cosiddetto debito comune. Draghi sostiene che una parte significativa dei fondi per investimenti in Europa dovrebbe provenire sostanzialmente da queste risorse. Perché dai fondi per gli investimenti necessari? Perché dovrebbero esserci, secondo lui, dei finanziamenti pubblici comuni per evitare che i singoli Stati, come è sempre successo, continuino a indebitarsi. (Radio Radio)

Se ne è parlato anche su altre testate

L’unico modo sostenibile per aumentare la ricchezza su larga scala è dunque aumentare la produttività dell’intera economia. L’intero progresso nella civiltà consiste nel conseguire risultati maggiori o migliori con lo stesso o minore sforzo o, come si dice in termini moderni, con meno mezzi di produzione. (L'Opinione delle Libertà)

Il report di Mario Draghi sulla competitività dell’Unione Europea (ComplianceJournal.it)

Recentemente sono stati pubblicati dati ottimistici riguardanti il mercato del lavoro, tuttavia, questi si rivelano essere ingannevoli. Non è che siano falsificati, ma piuttosto presentano un’interpretazione distorta. (ComplianceJournal.it)

Europa in stallo e competitività alla deriva

Il 17 settembre 2024, Mario Draghi ha presentato al Parlamento Europeo un rapporto strategico sul futuro della competitività europea, commissionato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. (Altalex)

La lingua batte dove il dente duole. Quella del debito comune è una questione divisiva, che ha subito riproposto vecchie spaccature: le Nazioni del Nord contro quelle del Sud. (ROMA on line)

I dati pubblicati da Eurostat pochi giorni fa mostrano che tra luglio 2023 e luglio 2024, la produzione industriale è calata del 2,2% nella zona euro e dell'1,7% nell'UE. I cali più significativi sono stati registrati in Ungheria (-6,4%), Germania (-5,5%), Italia (-3,3%) e Francia (-2,3%). (Primonumero)

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