Il profilo. Si pente Sandokan custode di segreti su omicidi, rifiuti, intrecci politici

Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Avvenire INTERNO

Ansa In Campania, per decenni, il solo evocare a mezza voce l’appellativo del capo casalese Sandokan metteva paura e induceva i presenti a cambiare argomento. Già, perché Francesco Schiavone la sua fama di boss spietato se l’è costruita con le mani proprie, in una carriera criminale iniziata da giovanissimo, come guardaspalle del boss Umberto Ammaturo (il primo arresto lo ebbe diciottenne per porto abusivo d’arma da fuoco). (Avvenire)

La notizia riportata su altri media

Ecco alcuni stralci dell’e… Con un metodo, una strategia: cercando soprattutto di farli apparire come degli inetti e ridicolizzandoli in ogni modo. (La Repubblica)

Schiavone è recluso al 41 bis «in una stanza singola e videosorvegliata» nel carcere dell’Aquila. Aumentate le misure di sicurezza ne confronti di Francesco Schiavone, 70 anni, detto Sandokan, l’ex capo dei casalesi divenuto collaboratore di giustizia dopo 26 anni di carcere. (napoli.corriere.it)

«Dovrebbe chiedere perdono a tutti i cittadini di Casal di Principe e a tutta quella gente che ha fatto piangere, umiliato e offeso con la violenza delle armi». In tanti passano dal suo stu… (La Repubblica)

La notizia del pentimento di Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, 70 anni, capo storico del clan camorristico dei Casalesi, potrebbe avere ripercussioni anche sulla sua “nuova” vita da detenuto all’Aquila, dove è stato trasferito di recente, da Parma, nell’ala del carcere delle Costarelle riservata al regime del 41bis. (ilmessaggero.it)

Dalla predica al delirio, il passo è breve, ma quando c'è Roberto Saviano di mezzo, tutto è possibile. Nel giorno del pentimento di Francesco Schiavone, "Sandokan", boss dei Casalesi, lo scrittore si è scatenato sui social più di un Fedez quando annuncia l'acquisto di una Ferrari. (Secolo d'Italia)

O magari, disobbedendo alle radici da clan patriarcale, ha voluto seguire l’esempio di due dei sette figli (cinque maschi e due femmine), Nicola e Walter, che si sono pentiti da anni. Oppure è stata una malattia a fiaccarne la sua resistenza, come è successo a Matteo Messina Denaro il quale, però, prima è riuscito a godersi trent’anni di latitanza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)