Il Dna antico riscrive la storia degli abitanti di Pompei: l'ultimo abbraccio tra sconosciuti e non tra parenti

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Per secoli è stata considerata una madre, ma adesso si rivela essere un uomo che non ha alcuna relazione di parentela con il bambino che sta cercando di proteggere, famiglie che non sono tali, composte da persone che nel momento della tragedia si sono trovate vicine per puro caso, ma anche stranieri, che cercano di sfuggire come gli altri alla catastrofica eruzione che sta per investirli: sono le storie che vengono ora riscritte grazie al Dna antico estratto per la prima volta da alcuni dei calchi degli abitanti di Pompei, sepolti dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d. (Corriere Fiorentino)

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è senza dubbio una delle catastrofi più devastanti della storia romana. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (Sky Arte)

I due non erano parenti. E dei corpi che si pensava fossero di due sorelle uno è un maschio. (Virgilio)

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Pompei. Lo studio del Dna rivela chi erano le vittime dell'eruzione del Vesuvio

Quelle storie, ritenute per decenni plausibili dagli archeologi, oggi devono essere riscritte. Sono alcune delle ipotesi sull’identità dei famosi calchi di Pompei, le vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. (WIRED Italia)

Le ricostruzioni tradizionali si scontrano con i nuovi dati genetici, che svelano invece un mosaico più complesso di relazioni familiari e di provenienza geografica degli abitanti di Pompei. L’analisi genetica sui resti fossilizzati rivela, infatti, un quadro completamente diverso rispetto a quanto ipotizzato finora. (Arte Magazine)

L’analisi del Dna antico ha riscritto le interpretazioni che archeologi e ricercatori avevano elaborato per raccontare le vittime di Pompei. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Current Biology”, ha preso in esame le informazioni genetiche estratte da 14 degli 86 calchi in fase di restauro. (Avvenire)