Trump vince, i migranti perdono

Mentre il mondo attende ancora la voce di Kamala Harris dopo la bruciante sconfitta elettorale alle elezioni americane, le voci dall’Italia si sentono eccome. Sono quelle della società civile che non ha paura di posizionarsi e confrontarsi, sia pure a distanza, sui temi di propria diretta competenza. Ne è un esempio l’associazione Don Bosco 2000 che, in una nota, esprime forte preoccupazione per la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti (Vita)

Ne parlano anche altri media

Non è ancora entrato in carica come presidente degli Stati Uniti, cosa che avverrà solo il 20 gennaio 2025, ma Donald Trump sembra avere molta fretta di dimostrare ai propri sostenitori che le promesse della campagna elettorale non verranno disattese. (il Giornale)

Uno dei test fondamentali del Trump II sarà l’immigrazione, insieme con l’economia: due terreni che sono anche collegati fra loro. Ma in America queste elezioni non si sono decise sulla politica estera. (Corriere della Sera)

REUTERS (Avvenire)

Stati Uniti. Le deportazioni: un lusso che nenache Trump si può concedere

A lanciare un primo allarme è lo stato della California, la cui forza lavoro nei campi e formata in gran percentuale da immigrati irregolari, e che verrebbe spazzata via dal “più ampio programma di deportazioni della storia americana” promesso durante la campagna elettorale. (Dissapore)

Il presidente in pectore vuole trasformare in realtà la promessa di rimpatriare milioni di irregolari. Il suo team prepara misure straordinarie dal giorno 1 (Open)

Le promesse di una linea dura sull’immigrazione hanno sollevato questioni fondamentali di stabilità e sicurezza per milioni di persone, innescando un vero e proprio esodo da diverse comunità, soprattutto tra coloro che si trovano in una situazione di residenza irregolare. (Ultima Voce)