'Ndrangheta sullo Jonio, arrestati sindaco, vicesindaco e consiglieri
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CATANZARO – La cosca Gallace, radicata nel basso Jonio Catanzarese ma con ramificazioni in Lazio, Lombardia e Piemonte, esercitava un controllo asfissiante del territorio, come ha spiegato il procuratore facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla. Questa mattina, i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Ros centrale hanno eseguito 44 arresti, di cui 15 in carcere e 29 ai domiciliari. La cosca, secondo le indagini, avrebbe avuto la capacità di condizionare la campagna elettorale del 2021 per il Comune di Badolato e le successive attività dell'ente.
Il Comune di Badolato, infatti, sarebbe stato nelle mani della cosca Gallace, che avrebbe sostenuto il candidato della lista "Vivi Badolato", Giuseppe Nicola Parretta, eletto con oltre il 92% dei voti, anche grazie alla presenza di una lista civetta. Tra gli arrestati figurano il sindaco, il vicesindaco e alcuni consiglieri comunali, accusati di scambio elettorale politico-mafioso.
Antonio Paparo, imprenditore considerato partecipe della cosca, avrebbe favorito la latitanza del boss Cosimo Damiano Gallace e si sarebbe attivato per l'elezione di Parretta. In una conversazione intercettata, Paparo minacciava di bruciare le auto di chi non avesse votato per Parretta, dimostrando il clima di intimidazione e coercizione che caratterizzava le elezioni.
L'operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, diretta dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla e dall'aggiunto Giancarlo Novelli, ha portato all'arresto di 44 persone, tra cui 29 ai domiciliari e 15 in carcere, su richiesta del gip Sara Merlini.