G7: immobilismo autoreferenziale in un mondo che cambia rapidamente

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Ucraina

Nei primi quindici giorni di giugno si sono svolti tre eventi collegati fra di loro ed in grado di fare capire il nuovo ruolo della geopolitica globale, le differenze ed i possibili scontri che daranno vita ad una storia che sta rapidamente cambiando. La prima riunione è rappresentata dalle elezioni europee svoltesi in Italia, la seconda quella dei ministri degli esteri dei paesi del gruppo Brics con i nuovi paesi aggiunti ed infine il terzo è stata la riunione del G7 svoltosi in Italia dal 13 al 15 giugno. (Economy Magazine)

Se ne è parlato anche su altri media

La guerra in Ucraina e le tante implicazioni sullo scacchiere internazionale, inducono sempre più preoccupazione. Ne abbiamo parlato con Marco Travaglio, direttore de “Il Fatto Quotidiano” ospite nei giorni scorsi a Monopoli nell’ambito di Prospero Fest. (Canale7)

C’è una fotografia del G7 che ci parla, più di qualunque discorso, dello stato di caduta dell’Occidente. (Volere la luna)

Da lì, usciranno decisioni e idee che influenzeranno gli scenari di guerra, soprattutto alla vigilia – ricordiamolo – del cosiddetto “incontro per la pace in Ucraina”, convocato in Svizzera, sul monte Bürgenstock, fra il 15 e il 16 giugno. (il Dolomiti)

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FORSE è solo una leggenda perché non erano in tanti ad ascoltare le conversazioni dei leader degli Alleati (Roosevelt, Churchill e Stalin) quando in vista della vittoria nella Seconda Guerra mondiale, si spartivano le zone di influenza in Europa. (Quotidiano del Sud)

Tre eventi internazionali in pochi giorni – Il G7 in Puglia, la Conferenza di pace in Svizzera e il summit dei ministri della Difesa della NATO a Bruxelles – hanno messo in luce la debolezza dell’Occidente, le sue crescenti quanto malcelate divisioni, la dissociazione dalla realtà di parte dei suoi leader ma anche qualche sprazzo di concreto realismo. (Analisi Difesa)

A Buergenstock, per la precisione, dove nel fine settimana si è tenuta la surreale Conferenza di pace inaudita altera parte. Dopo il “successo” rivendicato da Giorgia Meloni del G7 ospitato a Borgo Egnazia, che a parte la figuraccia su aborto e diritti rimediata dal nostro Paese passerà alla storia per la ricarica da 50 miliardi sul bancomat di Zelensky buona solo a procrastinare una guerra già persa dall’Ucraina, l’ultimo disastro internazionale è andato in scena in Svizzera. (LA NOTIZIA)