Dal crac delle batterie Northvolt un cortocircuito Ue da 313 milioni
I sogni green vanno in fumo sotto gli occhi dell'Unione Europea. E per i bilanci del Vecchio Continente rischia di iniziare un incubo. Il tracollo di Northvolt, colosso svedese produttore di batterie per veicoli elettrici, ha segnato un punto di non ritorno: l'azienda era considerata una protagonista chiave nella corsa alla decarbonizzazione e all'autosufficienza tecnologica dell'Ue. E su di essa avevano investito le stesse istituzioni europee. (il Giornale)
La notizia riportata su altri media
Northvolt era considerata una pedina fondamentale nella corsa alla decarbonizzazione, ma ha accumulato debiti per oltre 5 miliardi e sta tentando di riorganizzarsi, a cominciare dal cambio al vertice, con le dimissioni del ceo e cofondatore Peter Carlsson. (Il Sole 24 ORE)
Si è anche dimesso l'amministratore delegato Peter Carlsson. Dal 2016 la start-up ha raccolto qualcosa come 15 miliardi di euro con anche Volkswagen e Goldman Sachs tra gli azionisti. (La Gazzetta dello Sport)
In pochi mesi, Northvolt è passata dall’essere considerata la principale speranza europea per la creazione di un leader locale nel settore delle batterie per veicoli elettrici, a un’azienda in grave difficoltà, costretta a ridurre le proprie dimensioni. (Forbes Italia)
Nessuno, infatti, potrà più negare il flop delle auto elettriche e di tutto quel mondo fatto di ossessioni green e talebane. Ne parliamo da diverso tempo, ora tutti se ne stanno accorgendo. (Nicola Porro)
La Commissione europea aveva investito quasi 300 milioni di euro nell'ambito del suo progetto di finanziamento verso la transizione ecologica che avrebbe dovuto portare l'Ue all'autosufficienza per quanto riguarda la produzione di batterie. (QuiFinanza)
Northvolt, la startup svedese considerata la punta di diamante europea nella produzione di batterie per veicoli elettrici, è caduta una crisi senza precedenti. Il ceo e co-fondatore Peter Carlsson ha annunciato le sue dimissioni questa mattina, un giorno dopo che l’azienda ha presentato istanza di protezione fallimentare sotto il Chapter 11 negli Stati Uniti. (Il Sole 24 ORE)