Usa, la nuova accusa contro Trump per Capitol Hill: «Una farsa di Kamala Harris»
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Palla al centro. Nulla ancora è dato per certo, ma la revisione dell’incriminazione contro Donald Trump per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 da parte di migliaia di suoi seguaci può aprire nuovi scenari. Il procuratore speciale Jack Smith ha infatti rivisto l’accusa nella nostra serata di ieri, 27 agosto. «L’atto d’accusa sostitutivo, presentato a un nuovo gran jury che non aveva ascoltato in precedenza le prove sul caso, riflette gli sforzi del governo per rispettare e attuare» la decisione della Corte suprema sull’immunità presidenziale, si può leggere nel documentato presentato. (Open)
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Nel processo sull'assalto al Congresso Usa, Trump è accusato di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, che aveva perso contro l’attuale presidente Joe Biden. Il procuratore speciale Jack Smith ha rivisto l’incriminazione contro Donald Trump per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, tenendo conto della decisione della Corte Suprema sull’immunità. (Italia Oggi)
Il procuratore speciale Jack Smith ha riscritto l’incriminazione di Donald Trump per il ruolo avuto nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2020, nella speranza di soddisfare così la Corte Suprema, che con la sua sentenza aveva riconosciuto all’ex presidente una parziale immunità dai processi penali per gli atti compiuti nelle sue funzioni ufficiali. (la Repubblica)
Il procuratore speciale Jack Smith ha infatti presentato un atto d'accusa sostitutivo nel caso che riguarda l'interferenza elettorale dell'ex inquilino della Casa Bianca nell'ambito dell'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2001. (Fanpage.it)
La mossa del procuratore, non inattesa, arriva pochi giorni prima che si chiuda la possibilità di farla, perché – a giudizio del Dipartimento della Giustizia – troppo a ridosso delle elezioni presidenziali del 5 novembre. (Giampiero Gramaglia – Gp News)
I procuratori hanno ristretto le accuse strategicamente e modificato il linguaggio per conformarsi all’ultima sentenza della Corte Suprema sull’immunità presidenziale, nella quale i giudici hanno stabilito che gli ex presidenti sono protetti da accuse penali negli atti ufficiali. (il manifesto)
Bloccato dalla Corte Suprema che ha sancito l’immunità dei presidenti per tutti gli atti che hanno un profilo pubblico, Jack Smith non molla la presa: il superprocuratore che ha incriminato Donald Trump per una serie di ipotesi di reato federali, e in particolare per avere promosso l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, ha presentato una nuova incriminazione nei confronti dell’ex presidente che, in realtà, è una revisione del vecchio capo d’imputazione, concepita in modo da tentare di renderlo compatibile con la sentenza della Corte Suprema. (Corriere della Sera)