Da Spano alla sorella di Giuli, chi sono i protagonisti del nuovo terremoto al Ministero della Cultura: ecco cosa sappiamo
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Un nuovo terremoto al Ministero della Cultura ha portato ieri alle dimissioni del capo di gabinetto, Francesco Spano, subentrato a Gilioli e costretto a lasciare con una lettera ad appena 10 giorni dalla nomina. Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, aveva anticipato «nuovi casi Boccia, sempre al ministero della Cultura» aggiungendo: «Giorgia Meloni ha un nuovo problema». Il presunto conflitto di interessi Al centro della vicenda c'è Marco Carnabuci, il marito di Spano che ha ottenuto un posto al Maxxi quando il ministro Alessandro Giuli era presidente della Fondazione. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Neppure il caso Boccia, che ha segnato la fine del ministro Sangiuliano, può considerarsi il culmine delle vergogne di un dicastero scosso nelle ultime settimane dalle dimissioni del capo di gabinetto Spano, nominato dal neo-ministro Giuli il 14 ottobre e durato, appunto, come una meteora. (il manifesto)
Motivo dello scontro, le dimissioni di Francesco Spano, dirigente con cui aveva già lavorato al Maxxi e che aveva "promosso" capo di gabinetto del Mic dopo la cacciata di Francesco Gilioli, accusato di "tradimento" per aver essere andato a parlare del "caso Sangiuliano" con la Procura senza avvertire il neo ministro. (Today.it)
La messa in onda di «Report», più che danneggiare il governo e la destra, ha soprattutto avvantaggiato il suo autore Sigfrido Ranucci il quale ha così abilmente annunciato alla vigilia chissà quali devastanti rivelazioni («Un altro caso Boccia!») da portarsi dietro un bel 14 per cento di pubblico televisivo, che per la tv di oggigiorno equivale a un botto. (L'Eco di Bergamo)
Il ministro della Cultura: vittima del "fuoco amico". La premier Meloni gli telefona: fermo. (Avvenire)
Francesco Spano, ex Capo di Gabinetto di Alessandro Giuli, durato al suo posto il tempo di un “amen”, rompe il silenzio. Ma sbaglia mira: anziché prendersela con chi l’ha di fatto costretto alle dimissioni, ovvero le anticipazioni di Report, punta il dito contro “la destra omofoba” che stavolta, al netto di qualche mugugno dei pro-vita e un sms sguaiato in una chat di Fdi, non c’entra un fico secco. (Nicola Porro)
Quelli di FdI lo hanno definito pederasta, un termine orribile oltre che antico. Chi della comunità Lgbtq+ lo ha difeso?": l'ex parlamentare dem Paola Concia lo ha detto al Corriere della Sera puntando il dito contro la sinistra per non aver preso posizione sul caso di Francesco Spano, l'ex capo di gabinetto del ministero della Cultura che si è dimesso a 10 giorni dalla nomina. (Liberoquotidiano.it)