Rosso Gilera, Rosso Guzzi, Rosso Marte

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Perché Marte è rosso? Uno studio condotto da ricercatori della Brown University usando dati da orbiter e rover, pubblicato oggi su Nature Communications, suggerisce che non sia l’ematite bensì la ferridrite – un minerale ricco d’acqua – la sostanza responsabile del colore del pianeta, portando così a ipotizzare un passato più umido e abitabile di quanto si pensasse Si fa presto a dire “Pianeta rosso”. (Media Inaf)

Ne parlano anche altri media

Marte è conosciuto come il “Pianeta rosso” per il suo colore distintivo, che ha affascinato l’umanità per secoli: dagli egizi, che furono i primi a dargli il nome di “Her Desher” che significa “Il Rosso”, agli antichi romani che, in onore del dio della guerra lo chiamarono Marte (Mars, in latino) perché il suo colore ricordava il sangue, ancora oggi ci si riferisce a Marte come al Pianeta Rosso per i minerali del ferro che si sono ossidati nel suolo marziano, conferendo alla sua superficie la caratteristica tonalità arrugginita. (Fanpage.it)

Il Pianeta Rosso, da sempre oggetto di curiosità e studio per gli scienziati, ha conquistato l’immaginario collettivo con il suo caratteristico colore rossastro, che ha ispirato numerosi interrogativi sulla sua formazione e la sua storia. (Ultima Voce)

Ricercatori della Brown University e della University of Bern potrebbero aver scoperto il motivo del colore rosso che caratterizza la superficie di Marte. (ilmessaggero.it)

Questo colore, storicamente attribuito alla presenza di minerali di ferro ossidato sulla sua superficie, ha rivelato una realtà più complessa attraverso recenti ricerche. Le missioni spaziali degli ultimi decenni hanno dimostrato che il ferro nelle rocce marziane ha interagito con acqua liquida e ossigeno atmosferico, generando ossidi di ferro in un processo simile alla ruggine terrestre. (badtv.it)

Studi recenti suggeriscono che Marte è diventato rosso quando l’acqua liquida era più diffusa sul pianeta. Ecco tutto quello che c’è da sapere. (Passione Astronomia)

La ferridrite si forma in ambienti ricchi di acqua e potrebbe costituire una parte importante della polvere che ricopre la superficie marziana. Le simulazioni di laboratorio, incrociate con i dati raccolti dai rover e orbiter della Nasa e dell’Agenzia spaziale Europea, suggeriscono che le condizioni del Pianeta rosso in passato fossero molto più umide, con un ambiente che potrebbe aver supportato forme di vita. (Il Fatto Quotidiano)