La rivoluzione di Zelensky, ecco perché ha cambiato mezzo governo
Kharkiv, Sumy, Kyiv, Poltava, Leopoli, Kriviy Rih. L’interrogativo con il quale gli ucraini vanno a dormire non è “se”, e nemmeno “quando”, ma “dove”. A quale città toccherà nella notte, quale ospedale, scuola, centrale elettrica o palazzone residenziale diventeranno un cumulo di macerie. Da quale zona arriveranno nuove immagini strazianti di bambini uccisi, di padri rimasti orfani dell’intera famiglia, di donne dai volti sporchi di polvere che guardano incredule quella che dieci minuti prima era la loro casa. (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Un’esibizione di potere, più che una dimostrazione di debolezza, quella del leader ucraino che esattamente come un anno fa alla vigilia del viaggio all’Onu per l’Assemblea generale al Palazzo di Vetro, ha deciso di rimescolare tutte le carte, rimpastare l’esecutivo e presentarsi con quelle che adesso definisce, fornendo una spiegazione quasi emotiva, «forze fresche, energie nuove, in vista di un inverno che sarà davvero molto pesante. (ilmessaggero.it)
La prospettiva è quella di convivere con i blackout, senza certezze nell’erogazione di luce e di riscaldamento, mentre la mobilitazione obbliga una parte crescente della popolazione maschile a partire per il fronte e gli attacchi russi contro le città aumentano. (la Repubblica)
C’è chi lo ricorda sul mega-schermo di “Che tempo che fa”, ospite di Fabio Fazio dai bunker di Kiev in maglietta come Zelensky. Erano i primi mesi del conflitto, c’era la tragedia di Mariupol col suo teatro e ospedale martellati dalle bombe, la cittadina in cui si asserragliò nelle acciaierie il reggimento Azov, cercando di frenare l’avanzata dei russi alla conquista di tutta la costa del Mar Nero. (ilmessaggero.it)
Le sue dimissioni sono state approvate dal Parlamento e il sostituto già nominato. Il maxi rimpasto voluto dal presidente Zelensky per «dare energia nuova» al governo in questa fase cruciale della guerra procede spedita con pochi mugugni. (Corriere della Sera)
Nei palazzi del potere in Ucraina si svuotano le stanze, le poltrone e gli incarichi. Il grande rimpiazzo lo aveva preannunciato il capo della maggioranza Davyd Arakhamia: nei prossimi giorni, aveva scritto sui social, “il 50% dello staff del gabinetto dei ministri verrà cambiato”. (Il Fatto Quotidiano)
La seconda si riferisce al «potere» e dalla combinazione delle due si capisce chiaramente che l’apparato comunicativo di Volodymyr Zelensky ha scelto come concetto chiave non il «rimpasto di governo» ma il «nuovo inizio». (il manifesto)