Sciopero generale, in corteo anche i precari dell’università: “I tagli del governo per finanziare la guerra”
Genova. "Siamo precarie e precari dell’università di Genova. Come accade in molti altri atenei italiani, da alcune settimane ci stiamo riunendo in assemblea per opporci al piano di definanziamento e riforma dell’università pubblica. Il 29 novembre scioperiamo contro i tagli all’Università previsti dalla legge di bilancio e contro il ddl Bernini, noto anche come “riforma del pre-ruolo”, recante “disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”. (Genova24.it)
Ne parlano anche altri giornali
Ieri pomeriggio il tetto della facoltà di Lettere della Sapienza, a Roma, è stato occupato contro “guerra, tagli e riforma Bernini”. “Ci uniamo al clima crescente di mobilitazione in tutto il Paese – spiegano gli attivisti – e alle diverse scuole della nostra città che hanno occupato nelle … (Il Fatto Quotidiano)
Nuova azione dei collettivi alla Sapienza di Roma. Gli studenti di Cambiare rotta hanno occupato il tetto della facoltà di Lettere e hanno annunciato un’assemblea per combattere contro “la guerra, i tagli e la riforma Bernini” . (il Giornale)
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Alcuni collettivi universitari di Bologna hanno "occupato, per la giornata, Palazzo Hercolani, sede del dipartimento di Scienze politiche e sociali e sociologia, contro il Ddl sicurezza, in vista della manifestazione in programma a Roma il 14 dicembre". (La Repubblica)
Mercoledì mattina un gruppo di studenti appartenenti all'organizzazione 'Cambiare Rotta' ha occupato il tetto della facoltà di Lettere dell'università La Sapienza di Roma. "Come studenti universitari - spiega Elettra, una dei manifestanti - abbiamo deciso di occupare il tetto della facoltà di Lettere a La Sapienza contro questo governo, contro la riforma Bernini, contro i tagli che stanno applicando sul fondo di finanziamento ordinario di università e ricerca, contro tutte le bugie che ci propinano. (Liberoquotidiano.it)
Sulla facciata della Facoltà anche uno striscione che recita: «Israele ci porta alla guerra. Fermare Escalation». (La Stampa)