Paint it black! La crescente passione per la pittura afro

Al tempo stesso, anche i tassi di invenduto negli ultimi due anni si sono ridotti sensibilmente passando da 60–70% al 25–45%.

È il 1989 l’anno che segna ufficialmente l’ingresso della pittura afro contemporanea nel sistema dell’arte globale.

Giorgia Ligasacchi Giorgia Ligasacchi, nata e vissuta a Milano, è specializzata in mercato dell’arte e art advisory.

Il risultato è una mostra innovativa e d’avanguardia, oggi considerata il punto di riferimento per la storia dell’arte contemporanea africana. (We Wealth)

La notizia riportata su altri giornali

È questo che Urara Tsuchiya (Giappone, 1979) vuole mostrare al pubblico, in tutta la sua banalità, ma anche nella sua drammaticità; con questa mostra romana, l’artista capovolge il suo consueto approccio, e dall’edonismo passa a riflettere sull’insostenibile leggerezza dell’essere, dove la memoria impone interrogativi sulle tempeste ormonali dell’amore e la banalità della “ripetizione”, che la lunga quarantena ha drammaticamente imposto all’umanità. (Artribune)

I ricavati della galleria saranno devoluti a due associazioni LGBT italiane: Casa Famiglia Refuge LGBT e Plus – Persone LGBT+ sieropositive. (Senza Linea)

Ed ecco quindi che Il metro infinito di Mario Merz ha registrato il top price delle due tornate (96.250 euro). E il revenge spending, sommato alla qualità a cui Il Ponte ci ha straordinariamente abituati, fa segnare un altro punto vincente alla casa d’aste milanese. (ExibArt)

Lo sa bene Youssef Nabil (Il Cairo, 1972), costretto a lasciare l’Egitto per inseguire i propri ogni, nel solco di una vena artistica che non avrebbe trovato linfa nel Paese d’origine. 1 of 11. Abbandonare la propria terra significa tranciare di netto radici involontarie, che parlano di generazioni, famiglia, memoria. (Artribune)

Rinchiusi in casa nei mesi della quarantena gli italiani hanno riscoperto il desiderio di circondarsi di arte e bellezza, per rendere l’ambiente domestico più piacevole. «Sono aumentate le richieste — spiega Matteo Mauro, artista e scultore, noto per le opere Micromegalic Inscriptions —. (Corriere della Sera)

Tutto questo discorso potrebbe essere forse sintetizzato dalla celebre frase attribuita all’architetto e designer tedesco Mies van Der Rohe: Less is more. Nell’immediato il valore artistico di un’opera non è infatti sempre relazionato alla sua commerciabilità. (We Wealth)