James Senese risponde a Borrelli: "Giusto chiedere scusa quando si sbaglia"
A cura di Giuseppe Cozzolino 5 La pace dopo la lite. James Senese, il popolare musicista napoletano, prima a Fanpage.it e poi attraverso un video sui social ha spiegato cosa accaduto ieri sera davanti al cinema Med, durante il diverbio tra la figlia e il deputato Francesco Emilio Borrelli, a causa dell'auto della donna parcheggiata sulle strisce pedonali. La donna aveva risposto in un primo momento "Sono la figlia di James Senese", causando così la risposta piccata di Borrelli che le aveva ribadito che questa non fosse una giustificazione. (Fanpage.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Il sassofonista James Senese, frontman della band progressive Napoli Centrale, in un video pubblicato sui social, chiede scusa per quanto accaduto sabato sera a Napoli dove la figlia è stata beccata dal consigliere regionale campano, Francesco Emilio Borrelli, per sosta selvaggia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L'episodio ha avuto un ulteriore risvolto quando Senese, intervenuto durante il confronto tra la figlia e Borrelli, ha pronunciato la frase controversa: "Qua nun ce sta niente a fa" , alimentando ulteriormente le polemiche. (Gazzetta del Sud)
L'auto parcheggiata sulle strisce pedonali a Fuorigrotta davanti al cinema Med viene notata dal deputato Francesco Emilio Borrelli che riprende la donna, ma la risposta di quest'ultima lo spiazza:... (Virgilio)
Documentario su Pino Daniele, James Senese chiede scusa al deputato Borrelli per la sosta selvaggia della figlia (La Stampa)
Ad accompagnarlo, la figlia, che ha però parcheggiato l'auto sulle strisce pedonali e in corrispondenza dello scivolo per disabili. Il padre del Neapolitan Power nei giorni scorsi aveva partecipato alla proiezione del docufilm di Stefano Senardi e Marco Spagnoli «Pino Daniele. (leggo.it)
"Sono qui per chiedere scusa per ieri sera, quello che è successo è stato sbagliato e ingiustificabile. Le mie scuse vanno ai napoletani e in particolare a Francesco Borrelli, che ha ragione a dire che anche se è difficile cambiare certe abitudini bisogna almeno provarci». (La Repubblica)