"Io come Navalny, mi vogliono morto. Trump troppo furbo per cedere a Putin"
È come se lo stemma di San Giorgio che uccide il drago tra i due leoni d'oro fosse la prova necessaria di quello che si legge sotto: Mikheil Saakashvili, terzo Presidente della Georgia. Una carta intestata solenne e preziosa che si contraddice con la scrittura tremolante e sofferente che viene dopo. Come se, dopo tre anni di prigionia e diverse denunce di avvelenamento, di lui restasse solo un'intestazione, la commemorazione di un passato lontanissimo e sfinito, di quando visionario e baldanzoso sfidava la Russia, la madornale Golia (il Giornale)
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Non si placano le proteste in Georgia da parte dei sostenitori filoccidentali dopo che il partito considerato filorusso Sogno Georgiano ha vinto le elezioni legislative lo scorso 26 ottobre. (L'INDIPENDENTE)