Roma, la Sapienza intitola a Ilaria Sula gli spazi studio mentre il processo per il femminicidio prosegue

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Flamur e Gezime, genitori di Ilaria Sula, insieme al fratello Leon, erano presenti questa mattina all’Università La Sapienza per l’inaugurazione degli spazi dedicati alla studentessa uccisa lo scorso marzo. Tre sale studio con 124 postazioni e una sala conferenze, per un totale di 1.500 metri quadri, portano ora il suo nome. All’ingresso, una targa recita: “A Ilaria Sula, studentessa Sapienza, per non dimenticare tutte le donne vittime di femminicidio il cui futuro non potrà più essere scritto”.

Quella che doveva essere una semplice giornata di studio si è trasformata, per la 22enne, nell’ultimo atto di una relazione tossica. La sera del 25 marzo, Ilaria si è presentata a casa di Mark Samson, il suo ex fidanzato, dopo un litigio. Le indagini, supportate dalle testimonianze e dalle prove raccolte, ricostruiscono un epilogo brutale: botte, l’omicidio con un coltello – quello "della mortadella", come lo ha definito lo stesso indagato – e il tentativo di far sparire il corpo.

Ma è nelle chat che emerge la crudeltà del depistaggio. Samson, fingendosi Ilaria, ha inviato messaggi alle amiche della vittima, sostenendo di stare "facendo la birichina" e di essere con un altro uomo. "Rispondi a questa videochiamata, ti do quattro minuti", scriveva in una delle finte conversazioni, mentre la ragazza era già morta. Maria Sofia Lombardo, la migliore amica di Ilaria, è stata tra le prime a insospettirsi, arrivando a scrivere: "Ti saluto, chiunque tu sia", intuendo che dietro quei messaggi non ci fosse più la sua amica.