Dipendenza per i medici di medicina generale?

Dipendenza per i medici di medicina generale? 07 GEN Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore di Carlo Cantamessa- Gentile Direttore,da una conversazione con un collega medico molto impegnato nella professione, emergono queste considerazioni. Quando si prospetta la dipendenza dei medici di medicina generale (MMG) si semplificano problemi complessi e si distoglie l'attenzione.Il MMG è sì un “libero” professionista convenzionato con degli obblighi precisi, stabiliti da un accordo collettivo nazionale (ACN), ma proprio per questo gestisce autonomamente, ed include nel proprio budget, i fattori di produzione della propria attività:1 i locali e le attrezzature (lettino e frigorifero, per citare i più semplici)2 le utenze dello studio medico3 i supporti informatici, compresi computer e stampanti4 i dipendenti amministrativi e il collaboratore infermieristico5 i mezzi per effettuare l’attività domiciliare. (Quotidiano Sanità)

Ne parlano anche altre fonti

I nuovi medici di famiglia saranno assunti direttamente dal Servizio sanitario nazionale per lavorare sul territorio dove saranno assegnati dai distretti prioritariamente alle oltre 1400 Case di Comunità che apriranno in tutta Italia entro metà del prossimo anno grazie ai fondi del Pnrr. (NT+ Enti Locali & Edilizia)

Introduzione Sono molte le novità che, a breve, riguarderanno i medici di base. Una su tutte: i nuovi dottori non avranno un loro studio privato, ma, come previsto dal Pnrr, saranno assegnati dai distretti prioritariamente alle oltre 1.400 Case di comunità che apriranno in tutta Italia entro metà del prossimo anno. (Sky Tg24 )

La sanità italiana si prepara a vivere una delle trasformazioni più significative degli ultimi decenni. Il tradizionale studio del medico di famiglia, punto di riferimento per generazioni di italiani, potrebbe presto diventare un ricordo del passato, lasciando spazio a un modello organizzativo completamente rinnovato. (Io Donna)

Medici di famiglia, prevenzione e case di comunità: così si possono «svuotare» i pronto soccorso

Il tema vero non è “salvare” la sanità pubblica, ma il come costruire un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) omogeneo per contabilità, sistemi informativi, costi e prestazioni anche se affidato alle Regioni e Province Autonome. (L'HuffPost)

I giovani dottori che decideranno dopo la nuova specializzazione universitaria in cure primarie di diventare medici di famiglia non saranno più infatti come oggi dei “liberi professionisti” che siglano una convenzione con il Ssn in base alla quale tenere aperti i loro ambulatori per alcune ore al giorno gestendo un determinato numero di pazienti (1500 al massimo che con le deroghe arrivano in media a 1800) in modo autonomo e spesso troppo isolato, ma saranno dei veri e propri dipendenti assunti con orari e contratti nazionali. (Il Sole 24 ORE)

«Molti dei nostri concittadini non sono in buona salute e non hanno abbastanza soldi per curarsi, è venuto il momento di aiutarli. E non è sufficiente costruire infrastrutture, le dobbiamo distribuire in modo uniforme nel Paese e farci carico degli operatori e dei servizi. (Corriere della Sera)