Lombardia: Bertolaso importa 500 infermieri dall’Argentina e Paraguay

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Nurse Times SALUTE

La Regione Lombardia si prepara a un’importante missione di reclutamento all’estero, con l’obiettivo di colmare la carenza di personale sanitario che affligge il sistema pubblico italiano. L’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha annunciato una serie di iniziative volte a importare circa 500 infermieri dall’Argentina e dal Paraguay entro la fine del 2024 e a stimolare il rientro dei medici italiani dall’estero. (Nurse Times)

Su altri media

È quella che sta conducendo Guido Bertolaso, assessore al Welfare della regione Lombardia, con l’obiettivo di tornare a casa con circa mille infermieri da poter inserire negli organici del proprio sistema sanitario. (La Stampa)

Il sindacato commenta all’annunciato arrivo in Lombardia di 500 infermieri sudamericani entro fine anno: “Bertolaso sconfessa pericolosamente quanto le stesse Regioni hanno richiesto nell’atto di indirizzo, ovvero che la priorità è risanare la carenza di infermieri ripartendo prima di tutto dai nostri professionisti e agendo sulla leva contrattuale destinata a tutti quelli che già lavorano nel Ssn”. (Quotidiano Sanità)

Argentina e Paraguay. Arriveranno dal Sudamerica i circa 500 nuovi infermieri con i quali Regione Lombardia spera di far fronte alla cronica carenza di personale sanitario negli ospedali del suo territorio. (MilanoToday.it)

Così Aurelio Filippini, presidente dell'Ordine degli Infermieri di Varese, commentando l'iniziativa dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia che ha promesso il reclutamento di 500 lavoratori provenienti da Argentina e Paraguay (Nurse24)

A Varese prima hanno dovuto imparare l’italiano, che soprattutto per un madrelingua spagnolo non è semplice, date quelle parole definite ‘amiche’, che sembrano simili, ma hanno significati differenti”. (Nurse Times)

Prosegue missione assessore Bertolaso in Sud America: obiettivo sviluppare cooperazione e ‘reclutare’infermieri Resta prioritaria la valorizzazione dei sanitari che già lavorano e operano in italia ma “anche noi, così come altre nazioni europee guardiamo altrove per riuscire a colmare quelle che sono le carenze di organico” (Quotidiano Sanità)