La nuova tagliola sulle spese detraibili falcidia le ristrutturazioni
Un contribuente su quattro, tra quelli con reddito superiore ai 75mila euro, sarà colpito dalla nuova tagliola per le spese detraibili. E, nel pacchetto di detrazioni falcidiate dai limiti previsti a partire dal 2025, sarà molto frequente la presenza proprio dei bonus dedicati alle ristrutturazioni. Dice questo l’analisi presentata dall’Ufficio parlamentare di Bilancio nel corso delle audizioni sulla manovra 2025. (NT+ Condominio)
Su altre testate
Si fa strada la possibilità che l’Ecobonus al 65% possa restare in vigore anche nel 2025, il Governo ora ci sta seriamente pensando. ecco lo scenario. (DesignMag)
La Manovra 2025 ha avviato un percorso parlamentare che si preannuncia complesso e ricco di tensioni. Gli emendamenti al bonus caldaie (Immobiliare.it)
– Compilazione e gestione di documentazioni amministrative, come rapporti di efficienza energetica e libretti d’impianto; – Verifica delle performance degli impianti e controllo dell’efficienza energetica; (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Il Superbonus era già stato depotenziato nel corso del 2024: nel 2025 resterà ben poco del Bonus che nel 2022 aveva esordito al 110%. Innanzitutto la percentuale di detrazione scende ancora, dal 70% del 2024 al 65% nel 2025, inoltre potranno accedervi solo i condomini e le organizzazioni senza scopo di lucro e con lavori già avviati entro metà ottobre 2024. (Mansarda.it - Il portale delle mansarde)
Ristrutturare il bagno richiede un investimento significativo, ma si tratta di una spesa che non solo migliora il comfort domestico ma aumenta anche il valore dell'immobile. Tuttavia, sono disponibili diverse agevolazioni fiscali nel 2024 che rendono più conveniente intraprendere questi lavori, con la possibilità di recuperare parte della spesa attraverso le detrazioni. (Italia Oggi)
È questa la posizione di Marta Bucci, segretario generale di Proxigas, in merito alle agevolazioni che potrebbero essere inserite nella Legge finanziaria."In Italia, infatti, più di dieci milioni di edifici, quelli meno efficienti - afferma - per ragioni tecniche non potranno accogliere le pompe di calore elettriche, come il crollo delle vendite lamentato dai costruttori ben dimostra". (LA STAMPA Finanza)