La Lega vuole l'Italia fuori dall'Oms

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SALUTE

ROMA – La proposta di far uscire l'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), avanzata dal senatore Claudio Borghi della Lega, ha suscitato un acceso dibattito. Seguendo l'esempio del presidente americano Donald Trump, Borghi ha presentato un emendamento al Decreto Milleproroghe, attualmente all'esame della commissione Affari costituzionali del Senato. La proposta, che ha attirato l'attenzione mediatica, è stata giustificata dal leader leghista Matteo Salvini con l'accusa che l'Oms sia finanziata principalmente da multinazionali private del settore farmaceutico, le quali risponderebbero a interessi specifici.

Luigi Icardi, commentando alla Dire, ha definito il messaggio provocatorio ma necessario per aprire un dibattito. Tuttavia, la proposta ha incontrato resistenze, con molti che sottolineano l'importanza dell'Oms come pilastro insostituibile per la salute globale. L'organizzazione, infatti, svolge un ruolo essenziale nella sorveglianza, prevenzione e gestione delle emergenze sanitarie, oltre a promuovere la copertura sanitaria universale e l'adozione di standard di sicurezza e qualità delle cure, soprattutto nei Paesi più poveri e fragili.

La proposta di uscita dall'Oms si inserisce in un contesto più ampio di emendamenti al Decreto Milleproroghe, tra cui quello di consentire, fino al 31 dicembre 2027, l'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022. Questo emendamento, presentato da Mancini, Russo e Lisei, mira a rispondere alle esigenze di personale sanitario in Italia, in un momento in cui la pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario nazionale.

La discussione sull'uscita dall'Oms, sebbene provocatoria, ha il merito di portare alla luce questioni cruciali riguardanti la gestione della sanità pubblica e il ruolo delle organizzazioni internazionali.