Meloni incontra le big tech: in ballo gli investimenti in Italia
Startup, data center, collaborazioni con università italiane: c’è un interesse a 360 gradi, secondo fonti italiane, dai ceo di Alphabet, Motorola e OpenAI per il nostro tessuto produttivo e formativo. È quanto sarebbe emerso durante gli incontri che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto ieri a New York con le figure apicali di alcuni dei principali player tecnologici statunitensi. Gli interessi delle big tech nell’economia italiana Da Sundar Pichai di Alphabet a Greg Brown di Motorola, passando per Sam Altman di OpenAI (che tra l’altro sarà il 26 settembre a Torino, dove terrà un intervento all’Italian Tech Week), i rappresentanti delle big tech hanno ribadito alla premier, a margine della 79ma Assemblea Generale della Nazioni Unite, “la volontà di investire nel nostro paese”, sviluppando tecnologia e intelligenza artificiale e fornendo alle imprese interessate il loro know how. (CorCom)
Ne parlano anche altre testate
"Non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell’Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini". (Civonline)
Signor Presidente, signor Segretario Generale, colleghi delegati, signore e signori, è un’epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuovo. (Governo)
Signor Presidente, signor Segretario Generale, colleghi delegati, signore e signori, New York, 24/09/2024 – L’intervento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite (agenzia giornalistica opinione)
"Affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive. (Civonline)
Israele ha il diritto a difendersi, ma una guerra su larga scala in Libano non conviene a nessuno. Ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo partendo dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro. (TuttOggi)
Proposi un anno fa, da questo stesso podio, di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani, e sono felice che quell’appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l’intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. (Civonline)