Jean-Marie Le Pen, l'uomo nero della Francia
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Jean-Marie Le Pen, figura controversa e polarizzante della politica francese, è stato per oltre mezzo secolo uno dei protagonisti assoluti della scena politica nazionale. Nato nel 1928, Le Pen ha trascorso settant'anni in politica, interpretando il rovescio della narrazione universalista post-bellica e post-coloniale. Fondatore del Front National, ha portato l'estrema destra fino al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2002, provocando un terremoto politico che rimane nei manuali di storia.
Le Pen, noto per le sue dichiarazioni provocatorie e spesso giudicate dai tribunali, ha legittimato una Francia più torbida, incarnando il razzismo senza infingimenti. Le sue frasi sulle camere a gas e altre affermazioni controverse hanno segnato la sua carriera, rendendolo una figura divisiva. Nonostante ciò, ha continuato a esercitare una forte influenza sulla politica francese, anche dopo essere stato estromesso dal suo partito, il Rassemblement National, guidato dalla figlia Marine Le Pen.
Marine, che ha preso le redini del partito nel 2012, ha avuto forti contrasti politici con il padre, culminati nella sua espulsione. Tuttavia, la faida familiare ha avuto un lieto fine, con Marine che ha saputo della morte del padre durante una sosta tecnica all'aeroporto di Nairobi, di ritorno dalla visita a Mayotte, recentemente devastata da un ciclone. Jean-Marie Le Pen è morto nel 2025, all'età di 96 anni, lasciando un'eredità complessa e controversa.
Le Pen ha festeggiato l'elezione della figlia alla guida del Front National, ma i contrasti politici tra i due non si sono mai placati. La sua carriera è stata segnata da numerosi episodi di cronaca nera, ma è importante riferire questi fatti in modo rispettoso e senza dettagli espliciti, concentrandosi sugli sviluppi giudiziari e sulle inchieste.