Stellantis in ritirata: "Tagli alla produzione di auto benzina e diesel"

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La Gazzetta dello Sport ECONOMIA

Stellantis sarebbe pronta a tagliare la produzione di vetture con motore a combustione interna piuttosto che pagare le multe imposte dallo sforamento dei limiti alle emissioni di CO2, imposti dalla normativa comunitaria che entrerà in vigore dal primo gennaio 2025. Questo il messaggio che Jean-Philippe Imparato ha indirizzato ai mercati in una intervista concessa alla testata Automotive News. Imparato, che dal 10 ottobre scorso ha assunto la carica di direttore operativo (chief operating officer) della regione globale Enlarged Europe, non ha lasciato margini di interpretazione sulle conseguenze possibili della scelta, che impatta inevitabilmente sulle fabbriche del gruppo Stellantis in Italia, nelle quali attualmente non viene prodotto nessun modello di auto elettrica (La Gazzetta dello Sport)

Su altre testate

Secondo Automotive News Europe, Stellantis starebbe valutando la possibilità di ridurre la produzione di auto con motori termici Le emissioni medie di CO2 delle auto vendute devono essere ridotte, ma la scarsa domanda di veicoli elettrici complica il raggiungimento di questo obiettivo. (ClubAlfa.it)

Adesso, sono emersi maggiori dettagli su come Stellantis intende affrontare la scadenza del 2025 per evitare di incorrete in multe molto pesanti. (HDmotori)

La decisione è dettata dalla necessità di rispettare gli obiettivi di emissioni previsti dall'Unione Europea per il 2025, che impongono una quota di veicoli elettrici tra il 20% e il 25% delle vendite totali. (Tom's Hardware Italia)

Il rispetto dei limiti sulle emissioni di CO2 delle auto vendute da parte di ciascun costruttore nell’Unione Europea nel 2025 e il calo generalizzato delle vendite delle auto elettriche avranno delle conseguenze inevitabili. (AlVolante)

Oltre a entrare in conflitto con il Governo italiano, che chiede conferme al Gruppo industriale sulla continuità di investimento e produzione nel nostro Paese, la realtà franco-italiana nata dalla fusione tra PSA e FCA adesso deve fronteggiare la crisi del settore al meglio delle proprie potenzialità, assistendo però alla scarsa domanda verso i veicoli elettrici senza il supporto degli incentivi statali, e ha da preoccuparsi per ciò che riguarda le possibili sanzioni che l'UE ha pianificato per chi oltrepassa il limite di CO2 (Virgilio)

Il disastro produttivo dei primi nove mesi del 2024 rischia di peggiorare già a partire dalle prossime settimane e una spia d’allarme è scattata con i 9 giorni di cassa integrazione a Pomigliano d’Arco nel mese di novembre, comunicati dall’azienda ai sindacati. (Il Fatto Quotidiano)