Teatro: addio a Giuliano Scabia, il dolore di Firenze

Giuliano Scabia è morto.

L’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, appresa la notizia della morte di Giuliano Scabia, interpreta così il dolore della città: “Ci ha lasciato un grandissimo maestro del teatro e della poesia, visionario ed eclettico, dotato di un’umanità rara, nato altrove ma che aveva scelto Firenze per l’ultima parte della sua vita.

Drammaturgo di elevato spessore - continua Sacchi - in città lo piangono oggi molti teatri e compagnie che avevano avuto il piacere di lavorare con lui e di conoscerlo personalmente

Così i Chille de la Balanza salutano il Maestro morto lasciando un vuoto incolmabile. (Nove da Firenze)

Ne parlano anche altre fonti

(UniboMagazine)

Di questo artista dai mille volti, scrittore e uomo di teatro soprattutto, Trieste ricorda l'avventura che portò alla nascita di Marco cavallo, il grande animale azzurro di cartapesta, costruito assieme ai pazienti dell'ospedale psichiatrico diventato immagine di quel cambiamento epocale. (TGR – Rai)

“Drammaturgo di elevato spessore - ha aggiunto Sacchi - in città lo piangono oggi molti teatri e compagnie che avevano avuto il piacere di lavorare con lui e di conoscerlo personalmente. (Qui News Firenze)

di Claudio Cumani Quando gli chiesero di venire a insegnare al Dams si trovava, mascherato da cavaliere, sul monte Velino nell’Aquilano alle prese con bambini che dovevano simboleggiare un drago. Ieri mattina il Poeta Gentile se ne è andato con la discrezione con cui aveva vissuto. (il Resto del Carlino)

Era nato a Padova nel 1935, ma fino a un momento fa non aveva mai mostrato il peso degli anni, nella quotidianità della È morto ieri a Firenze Giuliano Scabia, dopo aver combattuto contro una malattia crudele, che a differenza di tutti noi non si è fatta incantare o rapire dalle storie meravigliose che lui raccontava. (Il Manifesto)

È stato uno sperimentatore, anche nel linguaggio e tra i primi a portare il teatro fuori dai luoghi canonici. Drammaturgo di elevato spessore in città lo piangono oggi molti teatri e compagnie che avevano avuto il piacere di lavorare con lui e di conoscerlo personalmente» (Il Piccolo)