Il gip revoca i domiciliari a Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto di Toti

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Ascolta ora 00:00 00:00 Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. Dopo quasi due mesi, il gip Paola Faggioni ha accolto l'istanza presentata dall'avvocato dopo che Cozzani ha presentato formali dimissioni dal suo incarico in Regione. Per l'ex capo di gabinetto le accuse sono di corruzione elettorale con l'aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata per il presunto voto di scambio. (il Giornale)

La notizia riportata su altri media

“Siamo molto soddisfatti – afferma all’Adnkronos l’avvocato – si tratta di una decisione che riconosce l’ingiustizia della misura cautelare e soprattutto dà conto del positivo comportamento tenuto da Cozzani, che ha subito rassegnato le proprie dimissioni”. (CremonaOggi)

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L’ex braccio destro di Giovanni Toti ha ottenuto dalla gip Paola Faggioni l’obbligo di dimora a Genova col divieto di uscire la sera e la notte. La giudice ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato di Matteo Cozzani, Massimo Ceresa Gastaldo, revocando la misura cautelare degli arresti domiciliari dove si trovava dal 7 maggio nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Giovanni Toti, revocati i domiciliari a Cozzani: svolta nell'inchiesta

Cinquanta giorni dopo l’arresto Matteo Cozzani torna (relativamente) libero. Per lui la giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha disposto la revoca della misura, derubricandola ad obbligo di residenza a Genova, a divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 19.00 alle ore 8. (La Repubblica)

Aveva detto che non ci sarebbero più le esigenze cautelari per tenere il suo assistito agli arresti domiciliari. (La Repubblica)

La gip Paola Faggioni ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato di Matteo Cozzani, revocandogli gli arresti domiciliari, dove si trova dal 7 maggio nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione. Cozzani è accusato dai pm genovesi di corruzione elettorale con l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata per il presunto voto di scambio. (Liberoquotidiano.it)