Ucraina, Skomarovskyj: il mondo preghi, fermare questa guerra insensata e crudele
Città del Vaticano La guerra in Ucraina è a una recrudescenza. Ieri, lunedì 18 novembre, l’esercito russo ha lanciato un missile balistico diretto verso una zona residenziale e commerciale di Odessa, uccidendo dieci civili. Tra i morti, medici e agenti di polizia, 43 persone sono rimaste ferite, tra cui 4 bambini. Questo all'indomani di una domenica drammatica con l'attacco serale a un palazzo residenziale a più piani a Sumy, nel nord (una dozzina di vittime tra cui due bambini), e il massiccio attacco missilistico russo sul territorio ucraino, con l'uso di più di 200 missili e droni diretti prevalentemente per colpire infrastrutture. (Vatican News - Italiano)
La notizia riportata su altri media
Ma la guerra civile fra i governi di Kiev e le popolazioni russofone e russofile nel Sud-Est del Paese dura ormai da oltre 10 anni: dalla cacciata del presidente neutralista Viktor Yanukovich nel 2014 a furor di piazza, di squadroni della morte e cecchini filoccidentali, vissuta dai filorussi come un colpo di Stato; e poi dal tradimento dei due accordi di Minsk, firmati con Mosca e mai attuati dai governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, ansiosi di entrare nella Nato. (Il Fatto Quotidiano)
Era stato richiamato in servizio d’urgenza due giorni prima, non si sapeva bene perché. Aveva messo a letto i piccoli ed era andata a dormire. (La Stampa)
Tre anni fa la prospettiva di una guerra totale alle porte dell’Europa era incredibile, tanto che nessuno ha preso sul serio lo schieramento minaccioso dell’esercito russo intorno all’Ucraina. Quella massa di tank allineati nella neve sembrava fuori dal tempo, una prova di forza effimera e anacronistica. (la Repubblica)
Dopo mille giorni di guerra la stanchezza è peggio della paura. All’indomani della telefonata di Olaf Scholz a Vladimir Putin, molti ucraini, civili, anziani, donne, bambini, hanno passato l… (La Stampa)
Ma la guerra civile fra i governi di Kiev e le popolazioni russofone e russofile nel Sud-Est del Paese dura ormai da oltre 10 anni: dalla cacciata del presidente neutralista Viktor Yanukovich nel 2014 a furor di piazza, di squadroni della morte e cecchini filoccidentali, vissuta dai filorussi come un colpo di Stato; e poi dal tradimento dei due accordi di Minsk, firmati con Mosca e mai attuati dai governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, ansiosi di entrare nella Nato. (Il Fatto Quotidiano)
Il 27 febbraio 2024, Sergei Shoigu ha dichiarato che le perdite totali delle forze armate ucraine dall'inizio dell'operazione speciale hanno superato le 444mila persone. Secondo i rapporti del dipartimento militare russo, in seguito a ciò Kiev perse più di 462,5mila persone uccise e ferite in tutte le direzioni, (recensione militare)