Muore in carcere il serial killer lucano Donato Bilancia: aveva contratto il Covid-19

Nato a Potenza nel 1951, Bilancia si era trasferito in Piemonte con la famiglia, anche se i rapporti con i genitori non erano mai stati idilliaci.

Dopo aver ucciso diverse prostitute, il serial killer potentino iniziò a colpire anche sui treni, scegliendo a caso le sue vittime.

Bilancia stava scontando ben 13 ergastoli con l’accusa di essere l’autore di almeno 17 delitti commessi tra Piemonte e Liguria tra il 1997 e il 1998.

Nello scorso mese di ottobre la Cassazione aveva detto no alla sua richiesta di poter accedere ad alcuni permessi premio. (ivl24)

Ne parlano anche altri media

Il Covid ha ucciso Donato Bilancia, il killer delle prostitute che nel carcere di Padova stava scontando 13 ergastoli. (Telecity News 24)

Un uomo nato con il vizio della scommessa, pronto a puntare denaro per qualsiasi motivo, anche banale: proprio il gioco d’azzardo fu una delle maledizioni di Bilancia, il quale, vittima di una truffa di amici fidati con dadi truccati, perse metà del suo patrimonio, facendo emergere in lui lo spietato mostro che trucidò 17 persone tra biscazzieri, cambiavalute, prostitute e metronotte. (StileTV)

’ morto dopo 22 anni di reclusione Donato Bilancia, il più efferato serial killer della storia criminale italiana. Il 16 ottobre 1997 il primo delitto: Bilancia uccide a Genova Giorgio Centanaro nella sua casa, soffocandolo con del nastro adesivo. (Il Piccolo)

La uccide, poi si masturba sul suo cadavere come squallido oltraggio. Donato Bilancia, 69 anni, lucano di Potenza, ha pagato con la vita il suo incontro con il virus, contratto nel carcere Due Palazzidi di Padova. (ilGiornale.it)

Condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi e a 16 anni per un tentato omicidio - Ansa /CorriereTv. Il serial killer Donato Bilancia è morto per Covid al carcere Due Palazzi di Padova. Sconta i primi anni al carcere Marassi di Genova e poi viene trasferito a Padova. (Corriere TV)

Nel giro di sei mesi, alla fine degli anni Novanta, Bilancia aveva terrorizzato l’Italia con i suoi omicidi. Colpiva anche sui treni, apparentemente in maniera casuale: sceglieva le vittime affidandosi alle circostanze e le freddava senza pietà. (il Fatto Nisseno)