Airbag difettosi, Citroën e il richiamo urgente in Italia: migliaia di veicoli pericolosi in circolazione. Ecco cosa fare

La casa automobilistica francese ora intensifica la campagna «Stop Drive» Il caso degli airbag difettosi torna a far parlare di sé, coinvolgendo Citroen e il mercato italiano. La casa automobilistica francese ora intensifica la campagna «Stop Drive» per avvertire i proprietari di modelli C3, prodotti tra aprile 2009 e febbraio 2017, e DS3, fabbricati tra giugno 2009 e maggio 2019, sui potenziali rischi legati agli airbag difettosi forniti dalla Takata. (Open)

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La casa automobilistica francese Citroen ha richiamato urgentemente migliaia di veicoli in Italia: scopriamo il motivo del richiamo e cosa fare in questi casi. (Alla Guida)

Psa Italia (Gruppo Stellantis) condannata dal tribunale di Torino a fornire le auto sostitutive gratuitamente agli automobilisti coinvolti nella campagna di richiamo e a completare con urgenza la sostituzione degli airbag difettosi. (corriereadriatico.it)

Il tribunale di Torino ha accolto le richieste avanzate dalle due associazioni dei consumatori, imponendo a Psa Italia interventi immediati e concreti. Storica vittoria per Adusbef e Codacons nella causa contro Psa Italia sulla gestione dei richiami per difetti di sicurezza sugli airbag di numerosi veicoli circolanti in Italia. (Il Centro)

Questi airbag sono stati responsabili di oltre 60 morti, oltre che di numerosi incidenti. Motivo per cui la Citroën ha ora intensificato la campagna dei richiami: "Come indicato nei precedenti avvisi sulla sicurezza, ricordiamo che le sostanze chimiche presenti nei suddetti gonfiatori possono deteriorarsi nel tempo, esponendo il guidatore e il passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggio dell’airbag con troppa forza in caso di incidente, in grado di causare lesioni gravi o mortali", queste le parole della casa francese. (La Gazzetta dello Sport)

Come riportato dal quotidiano francese Le Parisien, questi airbag difettosi, che potrebbero esplodere in qualsiasi momento, si stanno accumulando nei centri di assistenza, rappresentando un potenziale rischio per i lavoratori e i clienti. (ClubAlfa.it)