Pomodoro, Mutti contro la Cina per concorrenza sleale: «L'Ue blocchi l'importazione o dazi al 60%»

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Corriere della Sera ECONOMIA

L’industria italiana del pomodoro apre il fronte della passata con la Cina. Le aziende chiedono all’Unione europea di bloccare le importazioni di passata dalla Cina, accusata di concorrenza sleale sui diritti dei lavoratori e sulla protezione dell’ambiente. O, in alternativa, di imporre un dazio del 60% per «pareggiare» i maggiori costi affrontati dalle imprese europee che sono, per esempio, soggette al pagamento delle quote di emissione di gas serra (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Secondo Mutti, infatti, questa sarebbe minacciata dalla concorrenza cinese. Per farlo, è stato proposto di introdurre dazi o blocchi sulle importazioni di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina per salvaguardare gli agricoltori e garantire la competitività del settore italiano. (QuiFinanza)

L’industria italiana del pomodoro accusa la Cina di concorrenza sleale e lancia un appello al governo italiano e all’Unione europea affinché si mettano a discutere della faccenda e trovino una soluzione. (Open)

– “Su questa vicenda del pomodoro cinese, prodotto in aree come lo Xinjiang dove è palese la violazione dei diritti umani e c’è una scarsa se non nulla attenzione all’ambiente, non si capisce perché l’Unione Europea non si sia posta alcun problema a differenza di Stati Uniti e Gran Bretagna”. (Agenzia askanews)

Prima delle elezioni politiche previste per il weekend, i listini in Giappone marciano in rosso. Alle ore 7:30 di venerdì 25 ottobre, il Nikkei cede lo 0,9%, mentre la Cina recupera terreno, l’Hang Seng sale dell’1,15% e Shanghai dello 0,08%, dopo una settimana piuttosto volatile. (Milano Finanza)

«Dovremmo fermare l’importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina o aggiungere una tassa del 60% in modo che il suo costo non sia così diverso da quello dei prodotti italiani». Mutti ha esortato l’Unione europea a «salvaguardare» gli agricoltori italiani dalla concorrenza «sleale» rappresentata dalla pasta di pomodoro economica prodotta nella regione dello Xinjiang e a ripristinare così la «dignità» del frutto rosso simbolo dell’Italia, attraverso divieti o, appunto, tariffe elevate sulle importazioni di prodotti cinesi. (Il Sole 24 ORE)

L'imprenditore ha esortato Bruxelles a proteggere gli agricoltori dalla concorrenza "sleale" rappresentata dalla pasta a basso costo prodotta nella regione cinese dello Xinjiang e a ripristinare la "dignità" del frutto rosso italiano (AGI - Agenzia Italia)